Pittura ad olio
Note storiche – La tecnica all’olio appartiene alla evoluzione della storia dell’arte e della pittura poiché ha rivoluzionato sin dalla sua comparsa, il modo stesso di realizzazione dell’opera artistica. L’invenzione della tecnica della pittura ad olio, viene tradizionalmente attribuita a due famosi pittori fiamminghi Hubert e Jan Van Eyck, che dipingevano con colori a olio su tavole di legno. Sono state probabilmente gli influssi di questi pittori fiamminghi a consentire la diffusione della pittura a olio in Italia e in particolar modo a Venezia dove, tale nuovo metodo fu accolto anche grazie alle particolari condizioni ambientali come l’alto tasso di umidità, che non permetteva una buona conservazione degli affreschi. Inoltre questo “medium” più flessibile, permetteva di dipingere su vaste dimensioni, prestandosi il colore ad olio all’esecuzione di grandi dipinti su tela. I dipinti venivano infatti portati a termine in studio e poi trasportati, opportunamente arrotolati, nel luogo per cui erano stati commissionati.
Uno dei primi pittori in Italia, ad adottare la tecnica fiamminga dipingendo a olio anziché a tempera fu il grande Antonello da Messina (Messina 1430-1479), che si ritiene abbia studiato e lavorato inizialmente a Napoli, dove in quel periodo erano conosciute le opere degli artisti fiamminghi (soprattutto di Jan van Eyck) e che nel 1475-76 soggiornò a Venezia. L’uso della pittura ad olio si è poi rapidamente sviluppato a partire dalla metà del XVI sec., e per più di quattrocento anni diviene la tecnica pittorica più utilizzata. Il colore ad olio è costituito da pigmento in polvere mischiato ad oli vegetali di semi di lino o di papavero fino a raggiungere un’appropriata viscosità. Nell’XVIII secolo veniva prodotto e venduto dentro budella animali. Una vasta utilizzazioni e produzione la conosce nell’ottocento, quando alla metà del secolo appare il primo moderno tubetto preconfezionato. All’inizio del XX secolo, l’Impressionismo fa della pittura ad olio un mezzo per dipingere in libertà, in ambienti esterni e la tecnica si diffonde maggiormente.
Caratteristiche – Il componente principale della pittura ad olio è l’olio di lino, che conferisce alle opere realizzate caratteristiche di luminosità, trasparenza, opacità, precisione delle mescolanze, corposità e durata, in grado di seguire le esigenze creative di ogni artista.
Si tratta di un’olio spremuto a pressione dai semi di lino e trasparente che a contatto con l’aria è fortemente siccativo. La sensibilità all’ossigeno e l’alto tenore di acido linoleico causano una certa tendenza all’ingiallimento quindi il suo uso è sconsigliato con alcuni pigmenti come i blu e i bianchi. Rende la pasta facile da utilizzare e conferisce alla pennellata un’ottima tenuta. Alcune varianti sono: -L’olio di Lino purificato che diminuisce la consistenza del colore e ne aumenta la fluidità. Può essere utilizzato come diluente, prolunga i tempi di essiccazione e aumenta il rischio di screpolature; l’olio di lino chiarificato, diminuisce la consistenza del colore e rende meno visibile il segno della pennellata. Ha le stesse proprietà dell’olio di lino purificato ma essicca più velocemente; l’olio di lino cotto aumenta la fluidità del colore. Da utilizzare come diluente, prolunga i tempi di essiccazione ed aumenta il rischio di screpolature; l’olio di Papavero estratto dai semi di papavero è meno siccativo dell’olio di lino e quindi, con il passare del tempo, ingiallisce sensibilmente di meno. Per questo motivo viene preferito nell’uso con pigmenti blu e bianchi; l’olio di papavero purificato, diminuisce la consistenza del colore e ne aumenta la fluidità. Tende ad ingiallire e impedisce le screpolature. Pellicola meno resistente di quella ottenuta con olio di lino. Ideale per la preparazione dei bianchi e la miscelazione con colori chiari; l’olio di Cartamo, estratto dai semi di cartamo, una pianta erbacea coltivata in America, è siccativo quasi quanto l’olio di lino, però meno ingiallente e conferisce alle pennellate una tenuta molto marcata, è utilizzato con la maggior parte dei pigmenti.
Strumenti – Gli strumenti maggiormente idonei ed adoperati per dipingere ad olio sono i pennelli, il pennello a pelo rigido, costituito di setole di maiale, e il pennello a pelo morbido, ottenuto da pelo di martora o da fibre sintetiche. I migliori sono i pennelli di setole, che distribuiscono con facilità il colore sulla ruvidità della tela. I pennelli morbidi servono per i particolari e gli effetti di levigatura. I pennelli per pittura a olio hanno il manico più lungo. La trementina o acquaragia, distillata dalla gomma resinosa delle conifere, è il solvente migliore con cui diluire i colori e togliere l’eccesso di pittura. Altro strumento sono le spatole, che possono essere “a coltello”, indispensabili per mescolare la pittura o raschiarla via, oppure a cazzuola, diversamente sagomate come lama e impugnatura, con le quali si applica direttamente la pittura. Per dipingere una grande tela sono utili le “tavolozze di legno” con il classico foro per il pollice.
Prima di essere utilizzata per la prima volta, la tavolozza di legno deve essere trattata per alcuni giorni con olio di lino in modo da impregnare bene le fibre. Per dipingere comodamente sono disponibili in commercio vari tipi di “cavalletti”, che differiscono fra loro per misure e peso (si va dai cavalletti pesanti ad altezza regolabile e con manovelle per inclinare la tela a cavalletti leggeri per dipingere all’aria aperta).
La pittura può essere eseguita a seconda della personalità creativa dell’artista, con accuratezza e gradualità e quindi applicando molti strati di colore in un intervallo di tempo che in alcuni casi può durare anni, oppure con pennellate sono stese liberamente, secondo quel che l’artista sente in un determinato momento.
Questa ultima tecnica si basa sulla capacità di applicare il colore con rapidità e sicurezza. Se si vuole dipingere a strati sovrapposti è importante osservare la regola del grasso su magro, cioè lo strato inferiore deve essere meno ricco di medium mentre gli strati superiori saranno più ricchi per rendere più omogeneo l’insieme. È preferibile iniziare il lavoro con colore molto diluito con essenza di petrolio o di trementina per ripassare, in seguito, con strati più spessi e concentrati. L’uso di colori acrilici e vinilici come base può essere preso in considerazione visto che il colore ad olio vi aderisce bene, ma il contrario non è possibile poiché trasgredirebbe la regola del “grasso su magro”.
Il fattore di resistenza del colore alla luce è determinante per una buona conservazione dell’opera e la verniciatura di quest’ultima, una volta terminata, può dare una ulteriore protezione alla stessa, Uno strato di vernice si può passare dopo un breve periodo di essiccazione. Ad essiccazione completa dello strato di pittura (circa un anno) si potrà passare uno strato di vernice finale dopo aver ben spolverato l’opera. La verniciatura finale svolge un doppio ruolo: protegge da polvere, graffi, ecc. e conferisce al quadro una brillantezza uniforme. La Vernice per ritocco composta da resina cicloesanonica e acquaragia, crea una protezione temporanea su dipinti ad olio e consente il recupero delle zone opache. Da stendere su colori secchi al tatto, asciuga in poche ore e non ingiallisce. Si rimuove con solventi blandi ed è diluibile con acquaragia. Un altro tipo di vernice è quella usata per conferire lucentezza od opacità uniforme e per proteggere la pittura. Asciuga in poche ore, non ingiallisce e ritarda l’invecchiamento dei colori ad olio. Per un corretto utilizzo attendere dai 6 ai 12 mesi prima dell’applicazione. La vernice acrilica lucida od opaca per quadri composta da resina acrilica e acquaragia, è una vernice finale che conferisce lucentezza od opacità uniforme e protegge la pittura. Adatta sia per colori ad olio che acrilici. Asciuga in poche ore, non ingiallisce e ritarda l’invecchiamento dei colori. Per un corretto utilizzo attendere dai 6 ai 12 mesi prima dell’applicazione. Una piccola nota relativa all’olio ad acqua, è qui resa per venire incontro ad esigenze particolari di artisti che sono allergici ai solventi. L’olio ad acqua, reso possibile grazie all’utilizzo di olii modificati e la cui consistenza è praticamente uguale a quella del colore ad olio tradizionale grazie al dosaggio dei pigmenti con gli olii modificati (lino e catrame) è un vero e proprio colore ad olio che può essere diluito e pulito con acqua. Con questo colore l’acqua può sostituirsi ai solventi tradizionali come l’essenza di trementina. L’acqua diluita nel colore evaporerà rapidamente lasciando sulla tela l’olio che, essiccandosi per ossidazione, impiegherà lo stesso tempo dell’olio tradizionale. Alcuni colori schiariscono leggermente con l’aggiunta dell’acqua, ma riprenderanno il loro colore naturale quando sarà evaporata. Naturalmente la quantità d’acqua non deve essere eccessiva in quanto impedirebbe all’olio di lino modificato, presente nel colore, di legare il pigmento. Durante la diluizione bisogna aver cura di aggiungerne in piccole quantità, per evitare il formarsi di bolle d’aria.