Disegno a carboncino
Il carbone è stato forse uno dei primi mezzi usati dall’uomo per disegnare. La sua origine risale alla preistoria quando gli uomini disegnavano sulle pareti delle caverne. Le matite di carboncino furono inventate durante il periodo rinascimentale insieme ai fissativi per impedire che i disegni si cancellassero. Materia fragile costituita essenzialmente da fusaggine, la morbidezza del carboncino consente una velocità di esecuzione ed una possibilità di ottenere una straordinaria varietà di gamme nere e grigie, morbide e sgranate. Più si ripassa e più le linee risultano nere e consistenti. L’effetto del grigio si può ottenere sfumando con le dita o con “spolverini” di cotone o di panno ma anche con tratteggi incrociati e lineari. Terminato il disegno, bisogna spruzzare sopra un fissativo dopo avere disposto il lavoro in posizione orizzontale. Il carboncino si può trovare in commercio in due diverse forme: a cannello di varia lunghezza e diametro o a matita.
Il Carboncino quadrato si presenta sotto forma di bastoncino a sezione quadrata. Il pigmento che lo compone è un nero di carbonio ricavato dalla calcinazione di ossa più carbon black macinato e mescolato a un legante come l’argilla o la gomma arabica. Il tono di nero di questo carboncino è tendente al marrone mentre il carboncino vegetale (salice, pioppo o nocciolo) tende all’azzurro. Questi due tipi di carboncino si usano esattamente nello stesso modo, l’unica differenza è che il segno tracciato con il carboncino vegetale, essendo più “polveroso”, può essere rimosso con un semplice strofinaccio piuttosto che con una gomma. La Matita carboncino è particolarmente adatta per la realizzazione di disegni che poi verranno dipinti a pastelli, a olio, a tempera o ad acquarello. Il suo utilizzo necessita una punta sempre ben appuntita: temperando spesso lo strumento si otterrà sempre una uniformità di linea. Con la matita carboncino si ha la possibilità di entrare meglio nel dettaglio, quindi è opportuno impiegarla per rifinire i disegni eseguiti con il carboncino classico. In passato gli artisti per schizzare usavano un carboncino molto morbido, detto “fusaggine” che lasciava molta traccia sulla carta e poteva poi essere rimosso facilmente. Dopo il fissaggio terminavano con il carboncino di nocciolo, molto duro, per rifinire con cura i dettagli.