Divisionismo
In Italia le ricerche di Seurat verranno assorbite da una particolarissima ricerca artistica: il Divisionismo. La stesura dei colori veniva resa attraverso impercettibili filamenti di luce-colore. Riduttivamente si potrebbe dire che in Italia il Pointillisme prese il nome di Divisionismo, ma non rende giustizia alla corrente italiana…. Nel 1891 è la prima triennale milanese a portare all’attenzione del grande pubblico l’attività dei divisionisti. Si distingueranno in particolar modo Morbelli, Previati, Pellizza da Volpedo, Segantini. Previati, teorico del gruppo, nel 1906 nel testo “Principi scientifici del divisionismo” affermava: “riproduce le addizioni di luce mediante una separazione metodica e minuta delle tinte complementari”. Segantini associò ad immagini naturalistiche di paesaggio una pennellata materica, vibrante. Pellizza da Volpedo invece adoperava la tecnica divisionista o per indagare la realtà. Egli applicò più degli altri con un certo rigore scientifico il divisionismo nelle sue opere, suggestionando il successivo operato di artisti come Balla e Boccioni.
La critica è oggi concorde nel riconoscere lo spessore qualitativo e scientifico delle ricerche effettuate dai divisionisti e puntinisti. Quello che distinguerà il carattere del Divisionismo dalle ricerche francesi sarà la natura dei temi trattati. Le opere italiane avranno infatti uno sfondo sociale, faranno riferimento ad un impegno politico che metterà una profonda distanza con i soggetti delle opere degli artisti francesi. Opere come “In risaia” di Morbelli, ci trasporta efficacemente in una atmosfera ed in un luogo. Coinvolge tutti i nostri sensi: davanti a quella luce pare di udire i canti delle donne intente al lavoro, sembra di comprendere la loro fatica ma anche il senso del loro lavoro.