Architettura nel ‘400
Il termine Rinascimento, fu utilizzato per la prima volta da Vasari nelle “Vite” e fu teso a definire quella nuova visione culturale sorta nel 1400, che maturerà nel secolo successivo attraverso più complete elaborazioni. In generale si può affermare che alla base di tutto vi fu una rivalutazione dell’uomo in quanto individuo dotato di potere creativo e intellettivo. Tutto questo scaturirà dalla corrente dell’Umanesimo, che aveva portato a riconsiderare il ruolo stesso dell’individuo nell’universo. Di conseguenza, cambia anche il modo di pensare riguardo la figura dell’artista che viene, in questo periodo rivalutato nel suo ruolo creativo individuale. Nel medioevo infatti, l’architetto era considerato una sorta di capo-cantiere, che sovrintendeva alla costruzione delle opere. Non si considerava per niente il progetto che precedeva la messa in opera o almeno non lo si distingueva dalla fase esecutiva.
L’arte, come l’architettura, adesso non sarà più vista come attività di tipo “manuale” ma come prodotto derivato da una riflessione di tipo “intellettuale”, e l’opera d’arte sia essa pittorica, scultorea o architettonica, acquisterà nuovo significato. Per questo motivo, architettura, pittura e scultura divengono all’inizio di questo periodo, completamente autonome e si esprimeranno in una costante ricerca di armonia ed equilibrio fra i vari elementi che preluderà al successivo passo verso il Rinascimento.
Il ruolo del disegno, in architettura, che prima era considerato alla stregua di un semplice appunto da lavoro comincerà ad assumere importanza, ed attraverso di esso gli architetti rinascimentali riscopriranno valori come la proporzione, l’equilibrio, la simmetria e la geometria; in poche parole il linguaggio classico dell’architettura. Si farà pertanto un esplicito riferimento ai modelli architettonici dell’antichità romana, e si aprirà una nuova concezione dello spazio in chiave prospettica. La visione prospettica si concretizzerà in una ricerca di prospettive visive e nel rigore geometrico con il quale lo spazio può essere strutturato in rapporto ad un determinato punto di vista.
Lo sviluppo dei commerci, e dei contatti con altri mondi avutisi per i numerosi viaggi, intrapresi dai commercianti, apriranno nuovi orizzonti e possibilità; nel 1400 si affermeranno alcune grandi famiglie: i Medici a Firenze, gli Estensi a Ferrara, i Gonzaga a Mantova. Si perverrà alla scoperta di nuovi territori, e il conseguente formarsi di imperi coloniali condurrà a sconvolgimenti economico-sociali che cambieranno il volto dell’Europa. Si avrà un fenomeno di larga diffusione delle forme gotiche -detto gotico internazionale. In Italia tale fenomeno architettonico interesserà Milano, e, il suo Duomo ne è l’espressione più emblematica. Firenze invece, continuerà la strada intrapresa da Giotto, che aveva avviato un recupero della tradizione classica. Il ‘400 è il secolo nel quale si svilupperanno le teorie dell’Umanesimo, e matureranno proprio a Firenze, che diverrà il centro propulsore del rinnovamento delle arti e dei pensieri.
Altri centri saranno Urbino, Ferrara Mantova e Rimini. Cominceranno a farsi strada gli architetti come protagonisti della storia dell’architettura: uno dei primi fu Brunelleschi, il grande sperimentatore che operò a Firenze e che è considerato l’innovatore del linguaggio architettonico in senso rinascimentale. Egli si ispirerà ai modelli dell’architettura classica, studiati profondamente e direttamente. Il suo battesimo del fuoco è il noto concorso della seconda porta bronzea del Battistero di Firenze e la formella da lui predisposta, giungerà ad essere giudicata in ex aequo a quella del Ghiberti. Ma è nel 1418, quando vince il concorso per la realizzazione della cupola di Santa Maria del Fiore, che Brunelleschi si affermerà come l’unico progettista capace di risolvere l’annoso problema della cupola.
L’evento principe che segna come una pietra miliare la svolta, è infatti considerato proprio la costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze. Il progetto della cattedrale, era di Arnolfo di Cambio e prevedeva la costruzione di una chiesa maestosa. Anche Giotto contribuì con il noto campanile, all’immagine di questo simbolo di Firenze. Un problema non da poco, quello della cupola… infatti, agli inizi del XV secolo la chiesa se ne presentava ancora priva, pur essendo già state terminate la navata e il transetto, e, all’incrocio, l’alto tamburo ottagonale. Tale cupola, necessitava infatti per essere costruita, di una gigantesca impalcatura di legno, per assolvere alla funzione di sostenere i conci fino al momento in cui fosse stato collocato il concio in chiave. Questo perché, in relazione alla larghezza del tamburo, doveva avere un diametro di circa 43 metri. Brunelleschi risolse progettando la cupola secondo un innovativo principio costruttivo autoportante, e la soluzione fu da lui trovata grazie allo studio dei monumenti antichi romani. Dispose i mattoni a spina di pesce per far sì che potessero creare una tessitura autoportante. La doppia calotta della cupola, diede una forma ogivale alla sezione. Composta da otto spicchi, fu rinforzata da otto costoloni a sesto acuto. Coronata da una lanterna introdotta nel 1436, presenta una rivestitura in cotto su cui spicca il disegno delle rivestiture marmoree.
Ma Brunelleschi ebbe anche il merito di contribuire al rinnovamento del linguaggio architettonico anche con altre illustri opere come: la loggia dell’Ospedale degli Innocenti –del 1419-. Qui, la successione delle arcate è organizzata in base al modulo del cubo, infatti, la corda dell’arco presenta uguale dimensioni all’altezza della colonna e alla profondità del portico. Le linee di cornici e paraste definiscono superfici dalla geometria regolare e proporzionata. Gli interassi delle finestre sono ritmati su quelli degli archi, e le porte si aprono al centro di porzioni di muri ben riquadrati. La teoria delle proporzioni, si basava sull’applicare un sistematico rapporto di misura tra i vari elementi presenti nella composizione, e soprattutto tra essi e il tutto. A ciò si perviene attraverso l’uso del modulo. Il modulo è la misura base utile a rapportare l’intera costruzione a tutte le sue parti. La Cappella Pazzi del 1430-1461 in Santa Croce, costruita su pianta rettangolare con le misure in rapporto aureo – cioè 1: 0,618. Qui un armonico e misurato senso delle proporzioni, il rigore con cui sono introdotti gli elementi decorativi e la scelta dei materiali (pietra serena, intonaco bianco), concorrono ad una geometria limpida che definisce lo spazio in modo esemplare.
Altra opera significativa è la Chiesa di santo Spirito, iniziata nel 1434. L’innovazione qui sta nell’avere realizzato nicchie laterali al posto delle cappelle. Inoltre emerge il caratteristico “dado brunelleschiano”, cioè il pulvino a forma di dado, con modanature classiche. Una soluzione sperimentata da Brunelleschi per innalzare gli archi a tutto sesto e accentuare la verticalità senza per questo alterare le proporzioni, classiche, delle colonne. L’edificio è pervaso da un senso di armonica unitarietà: le proporzioni sono basate su un modulo di 11 braccia, pari all’interasse delle colonne. Altre opere sono: – la chiesa di San Lorenzo, la Sagrestia Vecchia del 1420 e Palazzo Pitti del 1440, la cui parte centrale viene a lui attribuita.
Anche Leon Battista Alberti, è considerato come Brunelleschi, uno dei padri del Rinascimento. Figlio di un fiorentino, nasce a Genova nel 1406, ma si forma a Roma. A Firenze entra in contatto con le opere di Filippo Brunelleschi. Alberti è per eccellenza l’esempio di intellettuale rinascimentale…. letterato, teorico dell’arte e architetto, esalta in architettura il valore del progetto come processo ideativo e, contrariamente al Brunelleschi, non conferisce molta importanza al procedimento esecutivo e alla sperimentazione mirata a risolvere i problemi tecnici. Egli definirà con i suoi trattati le basi teoriche dell’architettura rinascimentale.
Il De re aedificatoria, del 1452, stabilisce che alla base della risoluzione dei problemi architettonici stanno gli studi matematici e filosofici e soprattutto che l’armonia è frutto della “concordanza tra le parti”. Di Alberti ricordiamo il Tempio Malatestiano di Rimini iniziato nel 1447. Vi troviamo riferimenti espliciti alle antichità romane nel rivestimento marmoreo, nell’arco della fronte principale che evoca l’arco trionfale, a soprattutto, un uso spregiudicato dei riferimenti afferenti a tipologie diverse come i profondi archi laterali che ricordano gli acquedotti romani. La facciata presenta inoltre, una struttura volumetrica articolata con tre grandi archi, che sorreggono una trabeazione classica. Altro elemento particolare è il timpano spezzato. Alberti realizzerà altre notevoli opere come: la facciata di Santa Maria Novella del 1450, nella quale riprende il motivo a tarsie geometriche in marmo colorato, che seguono rapporti modulari basati sul quadrato e la chiesa di Sant’Andrea a Mantova, che presenta una facciata inscrivibile in un quadrato, scandita da quattro grandi lesene corinzie che la suddividono, sempre secondo la logica modulare del quadrato.