Salemi
Nome Abitanti: salemitani
Popolazione (2012): 10.871
CAP: 91018
Provincia: Trapani (TP)
Codice Istat: 081018
Codice Catastale: H700
Coordinate GPS (Lat Lng): 37.81667, 12.8
Altitudine (m. s.l.m.): 446
Patrono: san Nicola di Bari
Giorno festivo: 6 dicembre
Altre informazioni
In posizione dominante su di una collina alla destra del torrente Delia, al centro di un paesaggio rigoglioso ricco di vigneti che producono un vino molto apprezzato, si estende Salemi. Si pone nel sito dell’antica città di Halicyae (Alicia), probabilmente di origine sicana o elima. Il tracciato urbanistico del centro storico, risale al medioevo e molte stradine -prevalentemente vicoli ciechi e cortili-, ne testimoniano ancora l’originaria matrice islamica, impreziosita dai successivi interventi cinquecenteschi e seicenteschi. Salemi è oggi una cittadina dall’aspetto curato e si comprende osservandola che ha voluto recuperare le preziose architetture e il suo tessuto urbanistico a dispetto dei danni ricevuti dal terribile terremoto che, nel 1968, colpì tutta la zona. Il Duomo, che oggi mantiene solamente l’architettura presbiteriale, è un suggestivo e sacro spazio all’aperto vicino alla superba mole del castello recentemente restaurato. Gli interventi post-terremoto hanno visto lo svilupparsi di una edilizia residenziale, a valle del centro preesistente, secondo uno schema ad anelli concentrici che accoglie case a schiera.
Salemi ha una storia molto antica. Nel 272 a.C. con la dominazione romana, “Alicia” -come era chiamata Salemi-, fu dichiarata città libera ed immune da tributi per la volontaria sottomissione al dominio dei romani traendone vantaggi sia pratici che sociali. Successivamente subì le sorti della Sicilia e, nel V secolo le conseguenze del dominio dei Vandali e poi dei Goti. Dal 535, si ebbe il predominio bizantino con il generale di Giustiniano. Successivamente Salemi conosce la dominazione Araba come del resto altri numerosi Comuni della Sicilia ed è in questa epoca che il centro si struttura nella configurazione urbanistica attuale; con l’aumentare della popolazione si rese infatti necessario di allargare il perimetro delle mura e di costruire nuove porte di ingresso (si tratta delle porte denominate porta Gigli, porta Aquila, porta Corleone e porta S. Maria). All’antico borgo munito di mura e di un castello, si aggiungeranno i sobborghi del Rabato a sud, e della Giudecca ad ovest.
Anche l’aspetto del paesaggio andò configurandosi con una varietà che lo distingue per certi versi, ancora oggi. Gli arabi introdussero infatti nell’agro salemitano arance, limoni, pesche, albicocche, asparagi carciofi, cotone, il carrubbo, il riso, il pistacchio, le melenzane, oltre al gelsomino e molte spezie quali lo zafferano, il garofano, la cannella e lo zenzero.
Ancora oggi numerose contrade salemitane portano denominazioni di derivazione araba, come Cabinarusa, Cuba, Giarretta, Rampingallo ecc… Il toponimo stesso di Salemi deriva dagli Arabi: Salem significa salubrità e sicurezza, per cui ancora oggi Salemi è detta città salubre e sicura. La persistenza, nel tessuto urbano, di quell’intricata rete di vicoli ciechi e di cortili manifesta ancora oggi la lunga influenza della tradizione insediativa islamica anche se, il maggiore sviluppo del borgo, si ebbe poi in età normanna.
Ai Normanni seguirono gli Svevi la cui dominazione iniziò nel 1194 con Enrico VI seguito, alla sua morte, dalla moglie Costanza e quindi dal figlio Federico. La riedificazione del Castello fu infatti proprio ad opera di Federico II di Svevia.
Dalle confuse vicende seguite alla morte di Federico II, nel 1266 inizia il cupo periodo Angioino, uno dei più ignominiosi che la Sicilia e i Salemitani dovettero subire e che ridusse la popolazione nella povertà più assoluta; tale dominazione finisce nel 1282 con la rivolta del vespro. Nel 1270 Salemi subì una altissima mortalità e distruzione a causa del dilagare della peste. Federico III d’Aragona nel 1296 declassò Salemi a Città feudale. Le lotte tra Aragonesi e i francesi che seguirono la rivolta del vespro generarono anarchia, sciagure e miseria.Tra il XII e il XVI sec. si insediarono gli ordini dei mendicanti.
Nel 1392 Salemi accoglie nel proprio castello Re Martino I che nel 1390 sposa Maria d’aragona; a questo periodo si ascrive l’emissione del decreto con cui si concedeva il privilegio a Salemi di città demaniale (il privilegio cioè che le garantiva di non essere venduta).
L’11 Dicembre 1411, si stipulò nel castello di Salemi la confederazione delle città di Salemi, Trapani, Mazara, Monte San Giuliano, a cui si unirono i baroni di Castelvetrano e di Partanna, che impegnava a difendere sostenendone le spese, la regina Bianca e la reale casa di Aragona.
Durante il regno di Ferdinando II d’Aragona Salemi fu ancor più fortificata e presidiata per le incursioni dei Turchi. Nel 1493 furono scacciati dalla Sicilia -e quindi anche da Salemi-, le comunità Ebraiche dopo diversi secoli di permanenza lasciando testimonianze della loro laboriosa presenza nel quartiere della Giudecca.
Nel sec. XVII si interverrà nel centro della città con l’edificazione del’imponente Collegio dei Gesuiti e si darà impulso alla costruzione di numerosi edifici religiosi e palazzi nobiliari. Con la conquista della Sicilia, Carlo III di Borbone fu incoronato re della Sicilia il 30 Giugno 1735, iniziando così la dominazione borbonica che proseguirà fino al 1860, quando nel mese di Maggio proprio a Salemi Garibaldi pianterà di persona, sulla cima di una delle tre torri del castello Normanno-Svevo il tricolore proclamando Salemi prima capitale dell’Italia Liberale.
Il Castello, ospita oggi la Biblioteca e il Museo del Risorgimento. Il Castello è noto per essere quello meglio conservato di tutta la Sicilia. A pianta trapezoidale, conserva tre torri angolari: una cilindrica e due quadrate. Altre emergenze architettoniche da menzionare sono oltre al già citato Duomo, ricostruito, su progetto di M. Smiriglio, tra il 1615 e il 1714, e parzialmente distrutto dal sisma del 1968, il Collegio dei Gesuiti, iniziato nel 1652. L’ex Collegio dei Gesuiti è stato recentemente restaurato e adattato a Museo civico, per accogliere parte del patrimonio d’arte recuperato dalle chiese distrutte. La chiesa del collegio, (che ha assunto il ruolo di chiesa madre), è stata ricostruita e ampliata, tra il 1703 e il 1757, dal gesuita V. Cascio.
I dintorni di Salemi sono interessanti; a 7 Km dal centro abitato si trovano le necropoli di Mokarta e di S. Ciro. Nei pressi del Centro è possibile raggiungere le rovine della Basilica bizantina di San Miceli (secoli IV-V) nella quale ammirare i preziosi mosaici. Salemi è famosa anche per i suoi bellissimi pani lavorati con forme fantasiose. La tradizione dei Pani di Salemi, risale ad un avvenimento accaduto durante il regno di Carlo V nel 1542; In quel periodo il territorio di Salemi fu afflitto da una carestia a seguito di una invasione di sciami di cavallette che distrussero il raccolto. Per fermare questa devastazione i Salemitani rivolsero le loro suppliche a san Biagio, che li ascoltò, cosicché il 3 Febbraio di ogni anno si celebra una festa in onore del Santo con l’offerta dei tradizionali pani di Salemi.