Pantelleria
Nome Abitanti: panteschi
Popolazione (2012): 7.493
CAP: 91017
Provincia: Trapani (TP)
Codice Istat: 081014
Codice Catastale: G315
Coordinate GPS (Lat Lng): 36.79083, 11.99389
Altitudine (m. s.l.m.): 5
Patrono: San Fortunato, santa Cristina, Madonna della Margana
Giorno festivo: 16 ottobre
Altre informazioni
Nota nel mondo per la sua bellezza selvaggia e per i dammusi, che la rendono meta di VIP di tutto il mondo, Pantelleria ha una storia collegata all’importanza della sua posizione geografica. Il popolo dei Sesioti, per estrarre l’ossidiana la pietra nera e lucida considerata l’oro della preistoria, ha lasciato tracce molto importanti nella zona di Mursia: il Muro Alto il più grande muro preistorico del Mediterraneo finora scoperto, il Villaggio e soprattutto quei particolari monumenti funebri chiamati Sesi. I primi abitanti dell’isola di Pantelleria, possedevano già metodi costruttivi ed architettonici ben distinguibili da altri popoli presenti nel Mondo Antico, come testimonia l’insediamento preistorico ubicato in località Mursia. Si tratta di un villaggio fortificato, costruito a strapiombo sul mare, circondato da un possente muro. Un’opera di grande abilità costruttiva che questo popolo ci ha tramandato insieme alle capanne che oggi sono parzialmente visibili dopo gli scavi iniziati negli anni 60 dal prof. Tozzi dell’Università di Pisa.
Questi preistorici modelli costruttivi si sono evoluti con l’avvento della colonizzazione punica e poi romana, dando vita a quei due concetti che hanno caratterizzato l’isola dal punto di vista architettonico: l’uso della pietra vulcanica locale lavorata nel periodo fenicio-punico e la copertura a volta delle costruzioni nel periodo romano, (nasce così una struttura abitativa solida, perfettamente stabile agli sbalzi termici, durevole e anche resistente al fuoco. Modello strutturale funzionale che per secoli si tramanderà per generazioni).
Il periodo d’oro di Pantelleria si ebbe intorno al IX secolo a.C. con l’arrivo dei Fenici che la chiamarono Yranim e poi Cossyra. L’introduzione della vite coltivata ad alberello, le fortificazioni e la strategica Acropoli in località San Marco, le numerose monete coniate nell’isola con l’effigie della dea Tanit, le cisterne a campana, i santuari del lago Specchio di Venere e di Bugeber, il porto e il primo nucleo del castello, sono solo alcuni esempi delle opere puniche sparse su tutto il territorio. Seguirono i Romani che migliorarono le difese militari dell’isola che conobbe anche il contributo dei Bizantini, che abbellirono di mosaici le abitazioni, e nel 700 d.C. degli Arabi che chiamarono l’isola al-Quasayra: la piccola. La dominazione araba che durò fino al 1200, si lega con la presenza nell’isola dei cosiddetti ”dammusi”, costruzioni particolari in blocchi di pietra lavica con il tetto a cupola dall’arabo damus: edificio a volta. Gli Arabi inoltre introdussero la coltura del cotone e dell’ulivo, migliorarono la produzione dell’uva zibibbo e fortificarono la Medina di Pantelleria, oggi non più esistente, attorno al Castello detto di Barbacane. In seguito l’isola seguirà le sorti della Sicilia con le altre dominazioni come i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi e i Borboni, ed infine, nel 1860 con l’annessione al Regno d’Italia.