Castelvetrano
Nome Abitanti: castelvetranesi
Popolazione (2012): 31.824
CAP: 91022
Provincia: Trapani (TP)
Codice Istat: 081006
Codice Catastale: C286
Coordinate GPS (Lat Lng): 37.67861, 12.79167
Altitudine (m. s.l.m.): 187
Patrono: san Giovanni Battista
Giorno festivo: 24 giugno
Altre informazioni
Inserito in un contesto storico ed ambientale particolarmente ricco, rappresentato dalla vicinanza del parco archeologico di Selinunte, delle Cave di Cusa e della Riserva Naturale sul Fiume Belice, Castelvetrano, attivo centro agricolo, punta oggi ad un rilancio del comparto turistico. Il primo nucleo della città ha origini molto antiche e risale probabilmente alle popolazioni sicane di Legum. L’esistenza della città è però documentata solamente a partire dal dominio angioino. Nel 1299 Castelvetrano venne concessa ai Tagliavia e tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, diviene capitale dei possedimenti dei Tagliavia-Aragona, arricchendosi di numerose opere d’arte. Nel 1522 con Carlo V, Castelvetrano diventa una contea e nel 1564 principato. Carestie e pestilenze che si verificano nel 1600, fanno decadere la città la cui ripresa si vedrà solamente nel 1750. La ricchezza della città, è dovuta anche alla coltivazione di olive (l’olivicoltura della Valle del Belice è rappresentata dalla “Nocellara del Belice”, che da sola copre il 90% del panorama varietale della zona). Tra le emergenze architettoniche della città spiccano:
– la Chiesa Madre che risale, nel suo aspetto attuale, al XVI sec. La facciata a salienti è scandita da due lesene che incorniciano il portale a girali vegetali ed è arricchita, sul secondo livello, da un rosone. I fianchi della chiesa sono invece coronati da una merlatura a coda di rondine. La pianta è basilicale, a tre navate intersecate da un doppio transetto e terminanti in tre absidi (quella centrale è però squadrata e non semicircolare). Stucchi ornano l’arco di trionfo, attribuiti a Gaspare Serpottaro (XVII sec., padre del più famoso Giacomo): un nugolo di angioletti che sostengono drappi e ghirlande e che suonano strumenti musicali. Il gioco si ripete anche sull’arco che chiude la crociera. La trave centrale del soffitto a capriate è dipinta a figure allegoriche;
– la Chiesa del Purgatorio oggi auditorium, dalla facciata ricchissima di fregi classici, nicchie con statue e volute che rivelano uno stile misto tardo manierista e barocco;
– il Museo Selinuntino ha sede in un palazzo cinquecentesco e ospita una collezione di reperti provenienti da Selinunte. Da qualche anno la città è rientrata in possesso del cosiddetto “Efebo di Selinunte” qui conservato bronzo alto circa 85 cm., databile, a parere degli esperti, ai primi decenni del V a.C., eletto ora a simbolo della città. Si tratta di un Efebo bronzeo (V sec. a.C.). La statua del giovanetto selinuntino, fu scoperta nel 1882 nella contrada Galera, e rappresenta uno degli esempi maggiormente rilevanti della statuaria bronzea della Sicilia greca giunto sino a noi. Trovato per caso da un contadino sotto un leggero strato di terra, fu acquistato dal Comune di Castelvetrano. La statua che al momento del ritrovamento, era mutila delle braccia, di parte del piede destro e di alcune dita della mano sinistra, venne sottoposta ad operazioni di restauro presso il Museo Archeologico di Siracusa. Venne trafugata nel 1962, fu poi ritrovata dopo vane vicissitudini, venne sottoposta ad un secondo restauro presso l’Istituto Centrale di Restauro di Roma e finalmente dopo una sosta al Museo Archeologico di Palermo, restituita alla città di Castelvetrano, che le ha riservato un posto di centralità nel suo Museo.
La statua unisce elementi dorici, (vedi la composizione delle spalle e della testa), con tratti della statuaria attica, presenti e nell’astrazione dell’espressione oltre che nella struttura del corpo. Il capo ornato da una pettinatura elaborata poggia su un collo esile. I tratti del viso sono minuti e la bocca chiusa sembra accennare un enigmatico sorriso che accentuando il mistero del personaggio.