Alcamo
Nome Abitanti: alcamesi
Popolazione (2012): 45.314
CAP: 91011
Provincia: Trapani (TP)
Codice Istat: 081001
Codice Catastale: A176
Coordinate GPS (Lat Lng): 37.96667, 12.96667
Altitudine (m. s.l.m.): 258
Patrono: Madonna dei miracoli
Giorno festivo: 21 giugno
Altre informazioni
La città di Alcamo, ridente e solare, si trova in provincia di Trapani su un di un altopiano a 256 metri sul livello del mare, alle falde del monte Bonifato. La città natale del celebre poeta Ciullo d’Alcamo, -l’autore di “Rosa fresca aulentissima”-, ha un clima temperato che consente, tra l’altro, la produzione del Bianco d’Alcamo, uno tra i vini più apprezzati del Sud ed uno dei volani economici di questa città. La vicina località di Alcamo Marina, è dotata di una bellissima spiaggia che si estende per alcuni chilometri. Da non trascurare inoltre la presenza della riserva del Bosco d’Alcamo -una tra le più piccole aree protette siciliane. Risale al 1154 il primo documento che parla di Alcamo: si tratta di un passo del famoso Libro di Ruggero, scritto dal geografo Edrisi, nel quale la cittadina è definita “mazil”, cioè casale, e viene descritta come dotata di terre fertili e di un mercato. Un fortilizio, Manzil Alqamah, che precedette l’edificazione del primo nucleo, che ebbe origine successivamente, nel 1200/1300 intorno alle chiesa Madre e al Castello. Durante il periodo medioevale, l’attuale centro storico era abitato da musulmani e diviso nei quattro casali di S. Vito, S. Leonardo, S. Ippolito e S. Nicolò. Dopo la dominazione normanna, il periodo aragonese segnerà lo sviluppo progressivo del paese e la fioritura edilizia ne documenterà lo splendore. Il castello delle quattro torri, due quadrangolari e due cilindriche, dotato di cammini di ronda con archi a sesto acuto, bifore e trifore va sotto il nome di castello dei Conti di Modica, e fu costruito nel 1350 circa. Scopo principale del castello era, il controllo del frumento e delle sue rotte di commercio. Durante il XIV e XV secolo Alcamo era un centro del commercio del frumento della Sicilia occidentale
Nel 1356 Guglielmone Peralta ottiene dal re la riconsegna d’Alcamo, compreso il castello.
Il Castello fu poi usato nel corso degli anni per diversi scopi, come ad esempio il carcere per divenire poi, nel 1828, proprietà comunale.
L’interno e l’esterno del castello, come oggi appaiono, sono frutto dei numerosi e radicali restauri. Intorno al 1500, dal punto di vista urbanistico il centro abitato di Alcamo viene cinto da mura difensive merlate che comunicavano con l’esterno attraverso quattro porte: Porta Palermo alla fine dell’attuale via Rossotti, Porta Corleone, Porta di Gesù attigua al convento dei Francescani, e Porta Trapani posta all’inizio di via Comm. Navarra. Nel 1535, in onore dell’imperatore Carlo V di passaggio per Alcamo furono aperte altre quattro porte: Porta stella, Porta Nuova e le nuove Porta Trapani e Porta Palermo poste all’ingresso e alla fine dell’attuale corso VI Aprile che venne chiamato Corso Imperiale.
Tra il 1574 e il 1575, la popolazione alcamese venne decimata dalla peste. Anche il XVII° secolo fu contrassegnato da cattivi eventi come pestilenze e moti popolari. Alcamo conobbe un notevole ripopolamento solo nel XVIII° secolo; nel 1798 la popolazione era già di 13.000 abitanti. Quello fu un periodo d’oro anche per la produzione edilizia di pregio, con la ristrutturazione della Chiesa Madre o Basilica di S.Maria Assunta nel 1699, su progetto degli architetti Angelo Italia e Giuseppe Diamante, il cui interno fu decorato anche con 38 splendidi affreschi del pittore fiammingo Guglielmo Borremans.
La chiesa è a pianta basilicale a tre navate divise da due file di colonne monolitiche di marmo rosso del monte Bonifato. Vi si custodiscono numerose opere di notevole valore storico ed artistico: come i già citati affreschi della volta ed altri dipinti del fiammingo Guglielmo Borremans, l’alto rilievo ”Il transito della Vergine” e una custodia in marmo con i SS. Filippo e Giacomo, eseguita da Antonello Gagini. Inoltre vi si conserva la statua della Madonna dei Miracoli realizzata da Lorenzo Curti nel 1721, la statua di San Pietro di Giacomo Gagini e “La Madonna del Lume”, tela realizzata da Giuseppe Renda.
Sempre al XVIII sec. risale la ristrutturazione della chiesa di S. Oliva, il completamento della monumentale chiesa del Collegio e della chiesa di S. Francesco di Paola oltre la ricostruzione della chiesa di SS. Paolo e Bartolomeo, più alta espressione del Barocco alcamese. Costruita nelle strutture attuali nel 1689, è sfarzosamente decorata con stucchi di Vincenzo e Gabriele Messina e con affreschi di Antonino Lo Grano. Il prospetto è stato realizzato nel 1782 su disegno di Emanuele Cardona Altre emergenze architettoniche sono: la chiesa di S. Francesco D’ Assisi si trova subito a sinistra del Corso VI aprile in una graziosa piazzetta, chiamata dei Vespri.
L’attuale costruzione è del 1716 e conserva della struttura trecentesca la torre campanaria con alcune porte con arco a sesto acuto. L’interno della chiesa è arricchito dalla presenza di opere di notevole valore artistico, come le sculture cinquecentesche di pregevolissima fattura di Antonello Gagini: S. Marco e La Maddalena. Vi sono conservate altresì un trittico marmoreo di Giacomo Gagini del 1568. Interessante la Chiesa del SS. Salvatore o della badia grande la cui costruzione originaria era annessa al monastero “badia grande” esisteva già dal 1300.
Fu ricostruita a metà del 1500 e modificata nella struttura attuale tra il 1690 e il 1697.
Di notevole interesse sono il prospetto, con i portali delle due finestre, ed il campanile di forma quadrata, con quattro archi a tutto sesto in conci di pietra squadrata.
L’interno è a navata unica con cinque altari.
I due angeli e le otto statue allegoriche poste alle pareti (Religione, Fede, Pazienza, Rinunzia, Vigilanza, Carità, Speranza) realizzate nel 1758, appartengo allo scultore Bartolomeo Sanseverino, discepolo del Serpotta. I mirabili affreschi della volta appartengono a Carlo Brunetti, così come la tela posta all’altare maggiore, effettuate nel 1759.
In questa chiesa è possibile inoltre vedere “L’estasi di S. Teresa” e “L’Assunzione della Vergine” tele attribuite alla scuola del Pietro Novelli; una cinquecentesca statua d’Antonio Gagini raffigurante San. Benedetto da Norcia del 1545.