Porta Felice
Il nome Porta Felice si deve al nome di Donna Felice Orsini, moglie del vicerè Marcantonio Colonna. In seguito al prolungamento fino al mare dell’antico Cassaro, nel 1582 si diede inizio alla costruzione della Porta che, con la sua sontuosità, doveva dare risalto all’asse principale della città, che si concludeva a monte con la “Porta Nuova”.
La Porta fu costruita su disegno dell’architetto palermitano Mariano Smiriglio; i lavori di costruzione si protrassero fino al 1637, data in cui la porta assumeva il rivestimento di marmo grigio che ancora oggi ammiriamo. La Porta, è costituita da due imponenti piloni non raccordati fra loro e conclusi in alto da una grande cornice aggettante, delimitata da un parapetto e da una loggia. A coronamento dei piloni sono poste due aquile marmoree reggenti stemmi di re spagnoli. Le statue di canèfore che ornavano le quinte marmoree della porta, alludevano all’alternarsi delle stagioni come premessa all’abbondanza dei campi ricollegandosi dunque, allegoricamente, ai simboli del tempo e della fertilità. Presso porta Felice, nella piazzetta St. Spirito, si trova una fontana chiamata del “cavallo marino” opera di I. Marabitti risalente al 1700.
In seguito ai bombardamenti del ’43 la fontana venne parzialmente distrutta e nel 1973 restaurata grazie all’opera svolta dallo scultore Geraci. Sempre nella piazzetta St. Spirito, tra la Porta Felice e via Butera si trova una scalinata che conduce alla cosiddetta “passeggiata delle cattive”, pubblico parterre costruito sopra le mura nei primi dell”800.
La lunga e larga terrazza, ornata di piante e sedili era la meta prediletta delle vedove, chiamate cattive, che vi si recavano per effettuare le loro passeggiate in un luogo senza dubbio più riservato rispetto a quello della sottostante “passeggiata alla marina”.