Palermo e i suoi giardini
Palermo, nota prevalentemente per le sue emergenze a carattere architettonico vanta in realtà una ampia e prestigiosissima presenza di giardini storici, ricchi di una particolare vegetazione che trova, nelle condizioni climatiche favorevoli, il giusto contesto di sviluppo. Palermo ha una antichissima tradizione di Giardini. Vanta ad esempio già nel 1550, un giardino di uso pubblico. Del resto, nella sua storia il giardino e il parco hanno rappresentato un punto fondamentale per la caratterizzazione degli spazi, se si pensa al periodo della dominazione araba… Per questo la propensione al giardino è già insita nella cultura di una Palermo che, da un certo momento in poi decide di dotarsi di giardini “pubblici”.
Villa Trabia, Villa Giulia e il Giardino Inglese sono i giardini più noti della città, anche se altre ville, sono importanti per comprendere gli aspetti storici e la genesi di tali aree nel loro complesso, che si trovano adesso all’interno del contesto urbano. Anche se la villa Trabia, dall’impianto seicentesco era dotata di vasche e fontane, oltre ad un labirinto, e rappresenta una delle ville più interessanti della città è senza dubbio la Pubblica Villa Giulia a configurarsi come l’intervento più incisivo. La Pubblica Villa Giulia di Palermo, recentemente oggetto di restauro delle numerose fontane presenti, dell’orologio solare e dei gruppi monumentali, si rivela oggi splendida ai nostri occhi, e ci offre con il suo geometrico impianto risalente al 1777, uno spettacolo unico, straordinariamente ricco di riferimenti simbolici e culturali che rispecchiano lo spirito di un’epoca.
“Alberi strani, a me del tutto ignoti…” così dirà Goethe per commentare la presenza delle numerose essenze nella Villa progettata da Nicolò Palma. Ed effettivamente per realizzare la villa di “pubblico diletto” vennero condotte a Palermo essenze d’ogni tipo che le conferirono un aspetto fantastico… quell’aspetto, che ancora oggi apprezziamo passeggiando per i suoi lunghi viali. Sorge di fronte al mare e presentava in origine quattro ingressi , corrispondenti ai punti cardinali. L’impianto quadrato, presenta assi e diagonali che ripartiscono i percorsi interni secondo una logica geometrica serrata. All’interno il disegno presenta un ulteriore quadrato e un cerchio. Tutte figure dense di riferimenti simbolici che rimandano a precisi riferimenti cosmogonici.
Villa Giulia, che prese il nome da Giulia Guevara, moglie di un Vicerè spagnolo, possiede quindi un impianto di tipo simbolico. Attraverso il suo disegno geometrico la natura si fa tramite della configurazione in terra di un ordine cosmico. Il giardino, sede di sperimentazione della realtà sensoriale nelle sue varie forme, l’udire, il sentire, il toccare, sublima attraverso la rappresentazione simbolica la sua ragion d’essere.
In Villa Giulia al tema dell’albero, simbolico legame terra-cielo -e quindi uomo-divino-comune a tutti i giardini, si sovrappongono riferimenti specifici. Il pioppo, il salice e l’olmo sono tipologie di alberi presenti nel giardino delle esperidi. Anche l’arredo della villa segue un progetto preciso, non a caso l’Atlante che regge il dodecaedro con gli orologi solari, simbolo cosmico per eccellenza, viene posto al centro esatto dell’impianto. La porta dell’asse privilegiato è invece dalla parte del mare, e si conclude in fondo con la statua del Genio di Palermo, di I. Marabitti. Il “Genio” è posto al centro di un emiciclo di statue che rappresentano la gloria che vince l’invidia, l’abbondanza che vince la carestia, l’ira, la rabbia e l’invidia …lapidei attori di un paesaggio allegorico, che mettono in scena speranze, vizi e virtù dell’essere umano.
Il Genio è il Re e porta sul capo una corona regale; in una mano reca il serpente, simbolo della fecondità del regno e nell’altra lo scettro del comando, il simbolo del potere. Ai piedi reca un cane e una cornucopia che indicano la fedeltà e la promessa di abbondanza. L’aquila infine rappresenta la città e un tondo, dove si trova la trinacria, completa con il legame alla Sicilia, il quadro di riferimenti simbolici.
Questa introduzione del disegno geometrico e del simbolo, questa esigenza di razionalizzazione ma al contempo di magica esortazione alla vincita sulle forze del male, pongono il giardino come elemento cui è demandato il legame tra l’irrazionale e il razionale, tra il sentimento e la ragione. Profondamente illuminista nel ricollegarsi idealmente all’impianto a croce della città che la accoglie, la villa possiede anche qualche tema definibile come “romantico”…. La presenza del “sepolcreto”o del bagno diruto ne sono un esempio. I numerosi messaggi di cui l’impianto è portatore certo non erano palesati che ad un pubblico colto, ad una ristretta cerchia di iniziati. Il “pubblico”, per il quale la Villa viene progettata, forse è inconsapevole, ma passeggiando per i viali sente comunque il magico legame che sussiste tra l’uomo e la natura.
Adiacente alla villa è il noto Orto Botanico di Palermo, del 1789. Il giardino nato a scopo scientifico didattico sintetizza le tematiche illuministiche dell’epoca. L’Orto Botanico ancora oggi rappresenta uno degli orti più importanti d’Europa e annovera innumerevoli specie vegetali rarissime ed un secolare ficus magnolioides che occupa, con le sue estese radici un’area di 1000m.q. Il nucleo più antico dell’Orto, la cui geometria è regolata da rapporti simmetrici tra loro proporzionali, è suddiviso da due viali principali, tra loro ortogonali, in quartini. L’edificio della scuola botanica, il Gymnasium, prospettante sulla via Lincon, è in stile neoclassico, a pianta quadrata, dotato di un portico tetrastilo di ordine greco dorico e sormontato da una cupola centrale emisferica su tamburo, impostato su di un perimetro ottagonale. Nell’aula principale, si trovano alcuni affreschi di G. Velasco che esaltano i poteri delle erbe medicinali, rappresentate da Flora, che si oppongono agli effetti del tempo nel lento susseguirsi delle stagioni della vita.
Caratteristiche utilitarie all’origine ebbe anche il parco del Principe di Aci, diventato poi del Duca di Orleans, con canneti e vigneti ed una stazione sperimentale di agricoltura. Il parco del Principe di Castelnuovo, anch’esso ricco di agrumeti e e vivai, fu poi trasformato in istituto agrario. Recava un “Teatro di verdura”, che oggi è utilizzato per spettacoli estivi. Esempi di sperimentazione agraria e di giardini a parterre e con impianto informale si possono vedere anche nel parco della Real Favorita, riserva di caccia voluta da Ferdinando III di Borbone, nel periodo della forzata permanenza a Palermo.
Nel 1850, nasce in corrispondenza con il prolungamento della via Ruggiero Settimo con la Strada della Libertà, la “villa pubblica inglese” su progetto di G.B. Filippo Basile, in una zona che non era stata ancora raggiunta dall’espansione urbanistica ottocentesca. Il giardino che presenta un impianto irregolare, o per meglio dire “informale”, secondo lo stile tipico inglese è ricco di statue, busti e monumenti dedicati a personaggi celebri dell’epoca. Inoltre vi sono stati introdotti per la prima volta alcuni alberi esotici, di cui si sperimenterà l’acclimatamento. Vi furono collocate vasche e fontane ed un laghetto artificiale. Di fronte all’ingresso del giardino inglese si trova il parterre Garibaldi recentemente chiamato “Falcone Morvillo”.
Subito dopo l’Unità di Italia, verrà realizzato a Piazza Marina il giardino Garibaldi seguendo il modello di uno square inglese. Come non menzionare poi la villa Bonanno, che reca mosaici di età romana e che occupa l’area antistante al Palazzo Reale. Vi sono anche giardini che gravitano nell’area della campagna che fa corona alla città. Si tratta di giardini privati definibili come “informali” per via dell’impianto irregolare.