Ustica

Nome Abitanti: aragonesi
Popolazione (2012): 1.287
CAP: 90010
Provincia: Palermo (PA)
Codice Istat: 082075
Codice Catastale: L519
Coordinate GPS (Lat Lng): 38.7099, 13.1913
Altitudine (m. s.l.m.): 49
Patrono: san Bartolomeo
Giorno festivo: 24 agosto
Altre informazioni


fondale marino

La splendida “perla nera” del Mediterraneo, è situata nel cuore del Tirreno meridionale a trentasei miglia dalla costa Palermitana. Nota per la bellezza del suo mare e dei suoi fondali Ustica, rappresenta una delle maggiori attrattive turistiche della Sicilia. Il nome Ustica, deriva da “Ustum”, bruciata. Per i Greci invece era Osteodes cioè “ossario o isola delle ossa”, a causa dei resti umani di soldati mercenari che qui trovarono la morte, dopo essere stati deportati dai cartaginesi. Sepolture, cisterne scavate nel tufo e sistemi di cunicoli oltre alla stupefacente quantità di reperti archeologici ritrovati in vari punti dell’isola, confermano che fu abitata da antichi popoli del Mediterraneo sin dal 1500 A.C.. Inoltre recenti scavi effettuati hanno portato alla luce due insediamenti: uno preistorico vicino ai Faraglioni databile al 1200-1500 a.C. -che è tra gli insediamenti umani nell’isola quello più importante-, e che presenta resti di capanne, la cui disposizione fa intravedere un vero e proprio centro urbano e l’altro in località “Castello Saraceno”, dove situati sulla Rocca della Falconiera vi sono resti di un antico insediamento abitato sin dal III sec. A.C..
Ustica, terra aspra e ricca di storia, punto strategico per i traffici ed i commerci, vide susseguirsi nei secoli varie dominazioni come quelle dei Fenici, dei Greci, dei Romani dei normanni e degli spagnoli. In seguito fu la base delle scorrerie saracene che l’usavano per nascondere le loro navi e quindi attaccare di sorpresa i naviganti. Ferdinando IV, Re delle due Sicilie, fece innalzare una serie di fortificazioni intorno all’isola per consentire ai coloni una maggiore protezione. Furono costruite le cisterne per l’acqua piovana e case che andarono poi a costituire, intorno alla Cala Santa Maria il centro abitato principale.
Il fortino chiamato Rivellino di San Giuseppe fu costruito dai Borboni come avamposto della fortezza della Falconiera nel 1804. Fu abitato dal Comandante Di Bartolo, poi dai tedeschi nell’ultima guerra e, dopo un periodo di abbandono, venne restaurato. In cima alla Rocca troviamo un fabbricato appartenente alla fortificazione borbonica del 1763 e una torretta di avvistamento, innalzato su antiche abitazioni scavate nel tufo abitate principalmente dalla civiltà romana. Tale fabbricato è la “fortezza della Falconiera” che ospitava i soldati borbonici a difesa. I Borboni edificarono la Torre di S. Maria oggi museo e la torre dello “spalmatore”; 

Tali torri furono costruite nel 1763 come torri di avvistamento e di difesa contro le incursioni dei pirati. La prima, situata sulla Cala Santa Maria, inizialmente ospitò militari, cessata la necessità di difendersi divenne abitazione per le autorità del luogo ed in seguito carcere, finché, rimase abbandonato.
Dal 1972, data del primo restauro, viene appunto destinata ad ospitare il museo, che ha segnato un momento importante di promozione culturale. Il criterio espositivo offre una selezione ragionata dei materiali pertinenti agli insediamenti umani maggiormente rappresentativi dell’isola. Rilevante è lo spazio dedicato ai materiali della media Età del Bronzo provenienti dal villaggio dei Faraglioni, notevoli sia per la quantità che per la varietà delle forme della cultura materiale. La seconda torre, situata sulla Punta Spalmatore, dopo essere stata utilizzata come torre di difesa fu adibita a caserma dei Carabinieri per il servizio della Colonia del confino ed anche per abitazione privata.
Dopo un periodo di abbandono fu restaurata ed affidata alla Riserva Naturale Marina. Nel 1759 un decreto imperiale di Ferdinando di Borbone, impose una progressiva colonizzazione dell’isola da parte di volontari palermitani, trapanesi ed eolici, creando le premesse per lo sviluppo di quella piccola comunità, che oggi popola l’isola. Dalla fine del 1800 era diventata colonia penale, (ospitando anche Antonio Gramsci come confinato politico), ma dal 1961 la proloco da poco costituita sottopose la questione al governo, ottenendone la chiusura. La Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee di Ustica che si svolge in giugno e ha gettato le basi per la realizzazione della prima riserva marina d’Italia, e vede annualmente riunirsi autorevoli studiosi ma anche appassionati del mare.

Caratteristica ad Ustica è la produzione del Cappero, che pende dalle pareti rocciose con i molti fiori bianchi o rosati; Una discreta presenza di Ginestra con la sua fitta chioma caratterizza il paesaggio vegetazionale dell’isola. Oltre i famosissimi Capperi che si possono trovare sotto sale o sotto aceto, altri prodotti tipici di Ustica: le “lenticchie”, piccole e dolci e l’alalunga sott’olio.

(foto di Barbara Delia)