Caltanissetta
A Caltanissetta nel periodo di Pasqua, il Giovedì Santo ha luogo la processione dei misteri. Lontanissima la sua origine: Le prime notizie risalgono alla fine del XVIII secolo, quando la Congregazione di San Filippo Neri usava portare in processione per le vie della Città cinque piccole “Vare”. La processione delle varicedde –così soprannominate perché riproducenti, in misura più piccole le “Vare” destinate a sfilare il Giovedì Santo-, ha luogo il mercoledì. Sulle varicedde stanno delle statuette realizzate in carta pesta dell’altezza di 50 cm, raffiguranti 5 dei principali misteri della Passione e Morte di Gesù Cristo. Anche i trascorsi storici di questi piccoli gruppi statuari sono legati al mondo, alle tradizioni e ai sentimenti delle antiche corporazioni artigiane, essendo state realizzate sia per partecipare ai riti celebrativi della Settimana Santa che in segno di rivincita nei confronti dei curatori delle grandi ” Vare” del Giovedì Santo. Anche se il percorso stradale ricalca quello del Giovedì la processione è diversa. Essa è più che altro una festa, priva delle caratteristiche proprie del Giovedì Santo, e le cui sorti sono oggi affidate ad alcuni privati che, amanti delle tradizioni, provvedono alla cura e alla salvaguardia dei piccoli gruppi.
Tornando alla tradizione della processione del Giovedì Santo, intorno al 1801, forse perché la Pia Congregazione andava disgregandosi, la processione venne abolita sino al 1839. Nel 1840, la manifestazione a carattere religioso, che aveva subito una battuta d’arresto, riapparve grazie al farmacista Giuseppe Alesso. Vennero prese in prestito sei statue di Santi, fra le quali quelle di Sant’Antonio, di San Biagio, di Maria SS degli Angeli e di San Domenico e, trasportate nella chiesa di San Sebastiano, si diede il via alla loro sostituzione con la collocazione dei diversi gruppi scenici.
Si approntarono così le “Vare” dell’Orazione nell’Orto, della Cattura, della Flagellazione, dell’Ecce Homo, del Crocifisso e del Sepolcro. Nel periodo tra gli anni 1847-1858, si registrano innovazioni nei gruppi statuari. Nel 1882, la Processione rivisse nell’intera bellezza per opera dei minatori della Miniera Gessolungo che fecero realizzare un nuovo gruppo. Infatti, presso la Miniera di Gessolungo, in un incendio all’interno erano morti ben otto minatori per cui, in quella occasione gli zolfatai della Miniera fecero voto di impegnarsi ad organizzare in modo più solenne la processione dei Misteri per la celebrazione della Pasqua. Nell’ultimo periodo infine fu affidato l’incarico di approntare 16 nuovi gruppi in sostituzione dei precedenti a due scultori napoletani allora celebri: Francesco e Vincenzo Biancardi che lavorarono dal 1883 sino al 1902.
Nel 1973, ad opera dello scultore Emma di San Cataldo fu possibile completare il lavoro del 1896 dei Biancardi con la realizzazione della “Vara dell’Addolorata”.
La processione della Real Maestranza è ricca di aspetti significativi. Il Corteo, composto dai Maestri delle Arti, dopo aver rilevato il Capitano dalla sua abitazione- con una marsina settecentesca, feluca con piuma nera ed una coccarda tricolore -, ha come primo punto di incontro l’atrio interno del Collegio dei Gesuiti.
I Maestri, tutti solennemente in abiti neri, ivi compreso il Capitano, muovono avviandosi dal Collegio dei Gesuiti verso la Cattedrale. Il Capitano, durante tale processione, indossa calze di seta, cravatta e guanti neri, portando in processione un Crocifisso ricoperto da un velo nero.
Le dieci Corporazioni (Scalpellini e Marmisti, Muratori, Fabbri, Falegnami, Pastai e Mugnai, Pittori, Barbieri, Calzolai), con i loro abiti scuri, con i vessilli listati a lutto, saranno da guida e con la loro costante presenza sottolineeranno i momenti più intensi, più commoventi dei giorni di Sacre Rappresentazioni. Il passaggio del corteo è scandito da marce funebri, che accompagnano le due ali alla venerazione. In Cattedrale, Compiuto l’atto della “Venerazione”del Santissimo Sacramento, scoppia la gioia per il perdono, per la redenzione e per la conseguita rigenerazione a nuova vita. Il Capitano, leva le calze ed i guanti neri per indossarne degli altri bianchi, mentre le bandiere delle Corporazioni, si liberano dei contrassegni luttuosi. Il corteo ricomposto, al suono di marce gioiose, riprende la via verso il Collegio dei Gesuiti.