Isole Eolie o Lipari
Lipari, dove si dice che Ulisse soggiornò alla corte di Eolo, è l’isola più grande dell’arcipelago ed ha un’area di 36,7 chilometri quadrati ed una lunghezza di 9,5 km. Si trova a circa 80 chilometri dalle coste siciliane e dall’alto delle sue vette, (la più elevata è Monte Chirica, ottimo punto d’osservazione di tutto l’arcipelago) si possono scorgere panorami meravigliosi. I paesi sono cinque: Acquacalda, Canneto, Pianoconte e Quattropani, collegati alla cittadina di Lipari dalla strada panoramica che costeggia tutta l’isola.
Lipari è centro amministrativo dell’intero arcipelago, fatta eccezione per Salina. Le presenze turistiche sono prevalentemente a carattere stagionale. In Estate l’isola si colora di un vivace andirivieni di turisti che si concentrano sul corso principale della città, nelle viuzze intorno al Castello e nei numerosi locali e ristoranti di cui è dotata. Le bellissime spiagge e la tipica architettura Eoliana contribuiscono a sollecitare la permanenza dei visitatori in questa splendida isola, dalla quale è possibile anche svolgere escursioni alle vicine Salina, Vulcano e Panarea. Una visita al Museo Archeologico di Lipari consentirà di entrare in contatto con la sua storia millenaria.
I primi abitanti che si insediarono alle Eolie scelsero Lipari e costruirono le loro capanne su un grande spuntone di pietra lavica, l’attuale Rocca del Castello. Le Isole Eolie furono popolate fin dagli inizi del IV millennio a.C., da genti provenienti dalla Sicilia, attratte dalla enorme risorsa economica offerta dall’ossidiana dando vita alla civiltà stentinelliana. L’ossidiana vi si lavorò fin dal neolitico e la sua esportazione diede a Lipari una grande ricchezza economica. Verso il 2500 a.C., con l’avvento dell’era dei metalli il mercato dell’ossidiana andò perdendo molta della sua importanza. Verso la fine dell’età del bronzo e l’inizio dell’età del ferro Lipari viene invasa da genti provenienti dall’Italia, i cui manufatti li fanno ritenere appartenenti alla civiltà ‘villanoviana’.
Dopo alcuni secoli di decadenza, nella seconda metà del III ed agli inizi del II millennio, le isole Eolie ebbero nuovo risveglio economico e civile nell’età del bronzo a partire dal XVIII sec. a.C. Ciò fu dovuto ai regolari contatti che si vennero a stabilire con i Greci (che erano alla costante ricerca di quelle materie prime che erano necessarie per la loro potenza e per la loro sopravvivenza).
Le isole diventarono degli avamposti per il controllo delle vie commerciali attraversanti lo stretto di Messina. Nel corso del XIII sec. a.C. s’insediarono nelle isole, provenienti dalle coste della Campania, genti ausonie con le quali si connette la leggenda del re Liparo, da cui trae l’attuale nome la città di Lipari. La civiltà fu bruscamente interrotta nel VIII secolo, dalle continue scorrerie fenicie ed etrusche. Intorno il 580 Lipari venne colonizzata da un gruppo di Greci di stirpe dorica, provenienti da Cnido e Rodi, che dovettero difendersi dalle incursioni degli Etruschi ed assicurarsi la supremazia sul mare. Eressero, nel Santuario di Apollo, a Delfi, splendidi monumenti votivi dei cui basamenti restano ancora testimonianze. Nel 264 a.C., allo scoppio della prima guerra punica, Lipari è alleata con i Cartaginesi. Subisce pertanto ripetuti attacchi della flotta romana. Soltanto nel 252 a.C. il console romano Caio Aurelio la sottometterà a Roma.
In occasione della guerra civile, viene conquistata tra il 37 e 36 a.c. da Ottaviano contro Sesto Pompeo, ed i partigiani di Pompeo vengono esiliati in Campania. L’isola riprese a prosperare ed entrò nell’orbita di Siracusa e poi di Roma, che farà di Lipari una stazione termale. Caduto l’Impero Romano le isole attraversano un periodo di desolazione. La dominazione bizantina accentua tale decadenza. Anche l’occupazione araba dal 827 al 1061 favorisce una ulteriore fase di decadenza.
Dopo un lungo periodo, sovrastato da incursioni arabe, Lipari rifiorì sotto l’egemonia dei normanni che ripopolarono l’isola e rifortificarono il suo castello. Con Ruggero, Lipari è restituita alla fede cristiana con la fondazione di un monastero benedettino dedicato a S. Bartolomeo. Nel 1131 viene ricostituita la sede vescovile a Lipari, prima suffraganea all’Arcivescovado di Messina, quindi per due secoli al Vescovado di Patti. Fino al 1340 passando attraverso gli svevi, gli angioini e gli aragonesi, le isole Eolie godettero di una notevole prosperità grazie ai privilegi che i vari governi andavano dispensando.
Nella guerra contro gli Angioini, Lipari parteggia per questi e nel 1363 passa agli Aragonesi. Per volere di Federico III è data in feudo ad Ulfone di Procida, ma pochi anni dopo, revocata per tradimento di questi, è concessa a Federico di Chiaramonte. Nel 1443 entra nei beni della Corona di Napoli essendo regina Giovanna e per decreto di Bonifacio IX è separata dalla Chiesa di Patti. entra a fare parte del Regno di Napoli. Un periodo di prosperità che termina poco dopo, con le incursioni saracene.
Nel 1544 una flotta turca capitanata da Ariadeno Barbarossa, dopo undici giorni di assedio, distrusse la città di Lipari mettendola a ferro e fuoco e deportando in schiavitù circa 8.000 abitanti. Carlo V la ripopolò, importando immigrati spagnoli e campani, e la riedificò rafforzandone le mura. Soltanto nel 1691 gli abitanti tornarono ad essere circa 10.000
Solo con la quasi scomparsa della pirateria, verso la fine del ‘700, l’abitato tornò ad espandersi anche nel piano. Lipari seguì poi le sorti del Regno delle Due Sicilie fino ai tempi nostri. Agli inizi del XIX secolo divenne lo scalo obbligato di parecchie linee marittime.
Stromboli – Anticamente chiamata Stróngyle “la rotonda”.
Il primo insediamento umano è riconducibile all’età del Bronzo, ma la violenta eruzione del 1930 ha cancellato ogni traccia della presenza umana; in seguito la gente è tornata ristrutturando le case antiche e ridando così vita all’isola; Stromboli è infatti costituita interamente dal vulcano, ancora oggi in piena attività, alto 926 metri e circondato da acque profonde fino a 1200 metri. Con una superficie di circa 12 Kmq, Stromboli, che si trova a 22 miglia marine a nord-est di Lipari, è.meta suggestiva di particolari escursioni per osservare le eruzioni che spesso si concludono con la scalata notturna (con guida), al Cratere ed una gita in barca alla Sciara del Fuoco.
Due sono i villaggi principali dell’isola: San Bartolo a nord e al lato opposto, Ginostra.
Panarea – Distante otto miglia marine da Lipari, Panarea è nota per essere meta dei numerosi VIP che sbarcano alle Eolie. E’ un’isola bellissima, dalla vegetazione lussureggiante e con incantevoli panorami, con una architettura di tipico stile oliano. Il villaggio preistorico di Capo Milazzese e la spiaggia di Baia Milazzese, la bellissima Cala Junco sono le principali attrattive dell’isola, ricca di locali notturni da sempre alla moda. L’isola conta solo 3,4 Km2 di superficie e tre villaggi: San Pietro, dove c’è il porto delle navi, Drauto e Ditella.
Vulcano – L’antica Hierà o Jerà, la sacra, ma anche Thermessa la calda, ha due vulcani attivi, Gran Cratere e Vulcanello. Durante il periodo ellenistico, era considerata a causa degli allora cinque vulcani attivi, il posto dove Efesto, dio greco della guerra e del fuoco, costruiva le armi dei mitici eroi. Per la stessa ragione, durante il medioevo, Vulcano fu considerata l’anticamera dell’Ade, il regno dei morti. Vulcano costituisce un punto di riferimento per il turismo delle Eolie che apprezza, oltre la presenza di locali e discoteche, anche le proprietà curative delle piscine naturali di fanghi termali, costituite dai crateri del vulcano.
Salina – E’ la seconda isola, sia per superficie (26,8 Kmq) che per popolazione, dell’arcipelago, ha una forma quasi trapezoidale e lo sviluppo costiero è di 24 Km L’antico nome Didyme, gemella, fa riferimento alla forma doppia dell’isola, derivata dai due rilievi separati da una sella; il nome attuale nasce invece da uno stagno costiero che, un tempo, veniva utilizzato come “salina”.
L’Isola indipendente amministrativamente, conta tre Comuni: Santa Marina Salina, Malfa e Leni.
A differenza delle altre isole ha abbondanza d’acqua dolce, eleggendola alla. Grazie alle numerose specie ornitologiche, Salina vanta anche l’unica riserva naturale, quella di Monte Fossa, dell’arcipelago eoliano.
L’isola conosce già da qualche anno un sempre più consistente interesse turistico, sicuramente spinto dalla vicinanza di Lipari, ma anche per la sua bellezza essendo la più verde ed alla più ricca di specie vegetali. Offre, inoltre, i servizi di un porto turistico di recente costruzione e ben attrezzato.
Filicudi – Anticamente chiamata Phoenicusa per la vegetazione di felci, ha una superficie di 9,5 Kmq e forma leggermente ovale con un’appendice a sud-est costituita dalla penisola di Capo Graziano (m 174) e risulta costituita dai prodotti di sei centri eruttivi riconoscibili. Gli scavi effettuati a Filicudi hanno scoperto un villaggio primitivo del XVII secolo A.C.: il villaggio preistorico di Capo Graziano, i cui reperti hanno dato prova inequivocabile di un commercio tra l’isola ed il popolo egeo. Le pendici e le falde di Filicudi sono, in gran parte, ripide e rocciose. Le case sono raggruppate attorno al porto nella località Pecorini ed in gran numero a Valdichiesa, dove sorge la Chiesa di Santo Stefano. Le grotte sono di certo una delle più note attrattive dell’isola e sono quella del Maccatore, di S. Bartolomeo, del Perciato e del Bue Marino.
Alicudi – Chi la sceglie ama la natura selvaggia e la solitudine. Con una superficie di 5,2 kmq è una delle isole minori dell’arcipelago eoliano. Anticamente detta Hericodes o Erycodes (l’isola delle eriche) o Heracliotes (l’isola di Eracle), ha forma subconica, culminante col Filo dell’Arpa o Timpone della Montagnola che arriva a 662 metri di altezza. Il pendio occidentale dell’isola è ripido e disabitato; quello orientale è costituito da ripiani e disseminato di case tra le quali si leva, in pittoresca posizione, la Chiesa di S. Bartolomeo.