Enna
Nome Abitanti: ennesi
Popolazione (2012): 27.894
CAP: 94100
Provincia: Enna (EN)
Codice Istat: 086009
Codice Catastale: C342
Coordinate GPS (Lat Lng): 37.5656, 14.2751
Altitudine (m. s.l.m.): 923
Patrono: santa Maria della Visitazione
Giorno festivo: 2 luglio
Enna, ombelico della Sicilia, possiede una configurazione di roccaforte inespugnabile per il suo essere arroccata a circa 931 metri di altitudine e circondata da colline. Percorrendo la strada che conduce alla cittadina, ci si sente circondati da un paesaggio di incomparabile bellezza. Qualsiasi sia la stagione in cui ci si rechi, il panorama che ci si offre è davvero spettacolare. Il centro storico della città è ben conservato, e la gastronomia locale presenta deo piati tipici molto gustosi. Il clima, naturalmente mitigato dalla posizione elevata, in estate rappresenta un motivo in più per visitare la città. Il suo comprensorio ha siti naturalistici molto belli, come il bosco di Rossomanno ed il bacino lacustre di Pergusa, che per le sue peculiarità naturalistiche è stata individuata come riserva naturale. Il ritrovamento di una tomba per l’inumazione collettiva presente nella Grotta della Guardiola, dimostra antiche origini neolitiche di Enna.
Per la sua posizione privilegiata la città fu infatti abitata fin dalla preistoria; pare che i primi abitanti di Enna siano stati addirittura i Sicani ai quali si deve l’inizio della coltivazione del grano. Quando i greci colonizzano la città, si conosce un periodo di prosperità, si incrementarono i commerci, l’agricoltura e le arti, inoltre vengono battute monete d’oro e d’argento.
L’influenza greca iniziata nel VII secolo a.C, diede origine al culto per la Dea Cerere. La rocca di Cerere, sulla quale sorgeva il tempio della Dea, si trova vicino al Castello di Lombardia (vedi Foto).
Nel corso dei secoli, Enna ha avuto diversi nomi: quello di Henna quello latino di “Castrum Hennae” mutato poi in “Qasar Yannah”. A partire dal 258 a.C., la città ed il territorio circostante fu sotto il dominio romano, durante il quale Enna diviene un importante centro agricolo, destinato soprattutto alla produzione del grano. Intorno al 353-858 d.C. i bizantini vi trasferiscono il comando militare e l’amministrazione. Enna diventa un importante città strategica tanto da meritare l’appellativo di Inexpugnabilis.
Durante la dominazione Araba, governata dall’emiro Kaid Enna viene identificata come la nuova capitale musulmana dell’Isola, sede del potere civile e militare. Nel 1087 Enna è finalmente ceduta dai Musulmani. In seguito Enna conosce la Dominazione Normanna e Sveva. Caratterizzata dalla mole del Castello di Lombardia, che trae il suo nome dal probabile insediamento di gente lombarda, e dalla torre di Federico (o Castello Vecchio) di forma ottagonale (questa torre secondo recenti studi sarebbe di natura astronomico-geodetica), Enna era dotata da una cinta muraria di cui oggi non rimane nulla.
La sua fortificazione era però avvenuta gradualmente, e la cinta muraria scomparsa emerge in negativo, dal momento che aveva condizionato il disegno urbano. L’asse della via Roma rappresentò il fulcro sul quale stabilire le maggiori emergenze architettoniche appartenenti al potere, sia civile che religioso. L’importante patrimonio storico-artistico oltre che culturale di Enna contribuisce notevolmente a dare impulso al turismo e all’agriturismo, settore in espansione in tutta la provincia; inoltre, suggestive manifestazioni come quelle legate alla Pasqua, costituiscono un elemento importante per la conservazione del patrimonio culturale della zona.
Architettura
Il Duomo a croce latina a 3 navate divise da colonne di alabastro nero e con capitelli in stile corinzio, fu costruito nel 1307 sulle vestigia di un antico tempio pagano dedicato alla dea Proserpina. La leggenda narra che Cerere, madre della fanciulla Proserpina, cercasse invano la figlia che era stata rapita da Plutone, disperandosi finché Giove impietosito non decise di aiutarla facendo ritornare Proserpina sulla terra per sei mesi. Gli altri sei mesi Proserpina avrebbe dovuto passarli agli inferi. Per ricordare il ratto di Proserpina i cittadini solevano scendere, per le vie della città, in processione con fiaccole e torce. La sera, la processione ritornava al tempio dedicato alla dea. Questa zona era la parte sacra della città in cui i sacerdoti cinti di mirto e verbena, compivano le “Cerealia” (rito dei cereali) La città conserva parecchi monumenti degni di nota oltre quelli precedentemente citati. Palazzo Varisano che ospita le sale del Museo Archeologico Regionale.
Il palazzo appartenuto nel corso dei secoli alle famiglie nobiliari dei Leto, Petroso e Varisano negli anni 70 fu acquistato dalla Regione Siciliana e ceduto più tardi al Comune. Restaurato, è divenuto sede del museo archeologico che espone nelle sue cinque sale e custodisce all’interno delle 58 vetrine pezzi archeologici di rara bellezza. Altro importante museo è quello intitolato al canonico Giuseppe Alessi che ospita reperti archeologici, monete e stampe collezionati attraverso un’attività di raccolta affannosa in un periodo tra il XVIII ed il XIX sec. Nel 1860 le collezioni furono donate dagli eredi del sacerdote alla chiesa Madre e dal 1987 esposte nell’attuale museo. Oltre che dall’eredità di Giuseppe Alessi, le sale del museo sono arricchite dai preziosi arredi liturgici costituenti il tesoro del Duomo, dalle opere provenienti da altre chiese e conventi di Enna.
Palazzo Pollicarini, dimora fortificata di stile gotico. Un portale barocco immette nel cortile all’interno del quale si possono ammirare il portico, i due piani del palazzo ornati da cornici riccamente sagomate, traforati e arabeschi polilobati. La Biblioteca Comunale nasce nel 1867 nella sede dell’ex convento di San Francesco d’Assisi con ingresso nel cortile interno denominato “Atrio del Sole”.
La Chiesa dell’addolorata la cui costruzione iniziata da un bottegaio nel XVII sec. fu portata a termine dal sacerdote Giuseppe Ribis. Il suo campanile, attaccato alla chiesetta, in stile arabo, ricoperto da mattoni di ceramica. All’interno della chiesetta il simulacro della Madonna dei sette dolori, La Chiesa delle Anime Sante edificata nel 1616, ha un’unica navata in stile barocco. La chiesa ha splendidi soffitti affrescati dal pittore fiammingo Guglielmo Borremans, raffiguranti Il trionfo della Fede, La gloria della Madonna, con papa Urbano VIII, La cacciata degli Angeli ribelli. Sull’altare maggiore si trova una pregevole opera di Saverio Marchese: Il Purgatorio. Notevole il pulpito ligneo del 700, ornato di splendide sculture.
La Chiesa del Santissimo Crocifisso edificata sopra un ponte così da inglobare la grotta dove fu ritrovata un’immagine del Crocifisso, nel 546, forse fatta dipingere dall’ennese Ascanio Lo Furco.
Nella grotta è sistemata l’abside con l’altare maggiore, sul quale si può ammirare una lastra a rilievo d’argento dell’VIII sec. raffigurante il Trionfo della Croce. La chiesa ha un’unica navata contornata da dodici statue degli apostoli. Negli altari laterali quattro splendide tele raffiguranti: La caduta di Cristo, Cristo alla colonna, Cristo nell’orto, l’Incoronazione di Gesù. Il tetto è ligneo a cassettoni.
La Chiesa di S. Giuseppe che risale al XVII sec. Con una facciata di stile barocco, che al suo interno a navata unica custodisce dipinti di notevole fattura, la statua della Sacra Famiglia, del falegname ennese Greca, vissuto nel XVII sec. ed il paliotto argenteo dell’altare maggiore che risale all’origine della chiesa.
La Chiesa del Carmelo il cui campanile era un’antica torre del castello di S. Maria. La memoria popolare vuole che la torre del Carmine sia stata costruita dal Frate Elia. Distrutta nell’859, fu ricostruita nel 1300. Ha forma quadrangolare ed è divisa in tre piani da cornici. La facciata della chiesa è tra le più belle di Enna, costituita da tre sezioni con al centro un magnifico portale ai cui lati si aprono due finestre rettangolari. A navata unica, con dieci altari laterali, la chiesa custodisce pregevoli opere scultoree e pittoriche, fra cui un’opera di Saverio Marchese raffigurante l’Estasi di Santa Teresa, le tele dell’Addolorata e di San Giovanni Evangelista e la Madonna del Carmelo del settecento di autore ignoto.
La Chiesa di S. Marco edificata sui ruderi di un’antica sinagoga che delimitava il ghetto ebraico, ancora oggi ricordato dal nome dato alla zona: Iudeca. La chiesa con l’annesso convento di clausura delle Carmelitane Scalze è a navata unica in stile barocco con fastosi stucchi. L’altare maggiore, del 600, è in legno finemente lavorato, rivestito in oro zecchino.
La Chiesa del SS.Salvatore che ha origine antichissime essendo stata fondata nel 1261. L’interno della chiesa è in stile barocco, ricco di stucchi e di colori; il soffitto è a cassettoni in legno intagliato. In ceramica artistica della stessa epoca è il pavimento.