Acireale
Nome Abitanti: acesi
Popolazione (2012): 51.456
CAP: 95024
Provincia: Catania (CT)
Codice Istat: 087004
Codice Catastale: A028
Coordinate GPS (Lat Lng): 37.6125, 15.16556
Altitudine (m. s.l.m.): 161
Patrono: santa Venera
Giorno festivo: 26 luglio
Altre informazioni
Acireale possiede un mito, quello di Aci e Galatea, ed origini antiche che pare risalgano alla costituzione di Akis, da parte dei Greci. Raggiunse in epoca romana una certa importanza, e il suo nome a quel tempo era Aquilia. Della dominazione romana rimane come testimonianza in località S. Venera al Pozzo, un impianto termale ancora oggi visibile. Il sec. VIII vede la costruzione ad opera dei Bizantini del Castello di Aci, che costituì il rifugio degli Acesi, quando l’isola fu invasa dagli arabi. Purtroppo, un disastroso terremoto nel 1169, e anche una distruttiva eruzione dell’Etna fecero sì che il sito originario venisse distrutto. La cittadina si spostò in un luogo poco distante che si chiamò Aquilia nuova. Solo nel 1326, a causa di una incursione della flotta del re Roberto di Napoli, gli Acesi ripararono sull’altopiano, una terrazza lavica dove sorge l’attuale cittadina, che assunse il definitivo nome “Acireale” grazie a Filippo di Spagna, nel 1642. La Piazza duomo, centro nevralgico della cittadina, ospita la Cattedrale, edificata alla fine del 1500, ma con uno splendido portale barocco.
La via principale invece è il corso Vittorio Emanuele, ricco di eleganti locali e negozi.
Sotto il punto di vista ambientale Acireale presenta la bellezza di un contesto particolarmente ricco. Una natura lussureggiante fatta della tipica vegetazione mediterranea, si accende dei colori del sole quando le ginestre fanno capolino in primavera e quando gli alberi si coprono dei tipici agrumi. La vicina riserva della “Timpa”, del mare e della caratteristica scogliera, così come del vulcano Etna, e la ottima collocazione della città, -che permette anche di raggiungere in breve tempo Catania, Taormina, Siracusa, Piazza Armerina, Noto e Caltagirone-, fanno di Acireale una delle mete preferite dai turisti che visitano la Sicilia. La Timpa, offre la possibilità di fare delle passeggiate dal costone lavico al mare, svelando panorami incantevoli. Uno dei percorsi più belli da intraprendere alla Riserva della Timpa, comunque è quello che collega l’antica chiesetta della Madonna dell’Aiuto, alla spiaggia delle Acque Grandi. Acireale inoltre è famosa per il suo bellissimo Carnevale, definito “il più antico di Sicilia”, e per le Terme di Acireale, che vantano anch’esse origini antichissime; Infatti con il termine Xiphonie i Greci denominarono le prime costruzioni termali per lo sfruttamento delle acque sulfuree provenienti dal vulcano Etna. Nel 1873, l’imprenditorialità del Barone Agostino Pennisi di Floristella, favorì la realizzazione dello Stabilimento di S.Venera, dal prospetto in stile neoclassico. Le acque dello stabilimento provengono da una sorgente di contrada St. Venera da Pozzo, dove erano appunto situate, le terme Xiphonie.
Acireale è dotata di un importante patrimonio architettonico, che raggiunge le più alte espressioni nei fastosi edifici ottocenteschi e nelle splendide espressioni del barocco di Chiese e Palazzi. Questa città infatti, come le altre coinvolte dal terribile terremoto del 1693, seppe arricchirsi di edifici e monumenti proprio in relazione alle opere di ricostruzione e si fregiò anche di numerosi istituti di cultura. Così Acireale città “delle cento chiese”, svela il suo volto barocco, quello che la accomuna alle vicine località della Val di Noto: notevole il campanile a vela di St. Maria del Carmelo, o la facciata di S. Sebastiano, che presenta una balaustra costituita da dieci statue. Oppure il portale in pietra lavica di S. Maddalena e la chiesa di S. Pietro e Paolo, d’origine seicentesche, ma con la facciata del 1700 a due ordini fiancheggiata dal campanile settecentesco. Il Palazzo Comunale del 1659, reca una facciata spartita da paraste bugnate arricchita da uno splendido portale gotico. Ma soprattutto le balconate del primo piano, che sono rette da mensole grottesche, tipiche del barocco fiorito catanese. All’interno di alcune chiese spiccano le opere pittoriche e gli affreschi di Vasta, pittore locale, e dal suo seguace Vito D’Anna (vedi chiesa dei Crociferi).