Carnevale di Mezzojuso
A Mezzojuso, in provincia di Palermo, si svolge ogni anno, nell’ultima domenica di Carnevale, “Il Mastro di Campo”, nella pubblica piazza. Si tratta di una rara permanenza di quelle antiche rappresentazioni in forma pantomimica, che si usavano svolgere nelle piazze. Di questa pantomima trattò già nel XVIII, il Villabianca, ma la inquadra a Palermo, presso gli antichi quartieri della Kalsa e dell’Albergaria, dove era nota come “Atto di Castello”. Il Mastro di campo posto alla testa di una piccola armata, deve marciare verso il castello e prendere con sé la Regina. Mentre il Re si prepara alla difesa, e le truppe si combattono tra loro, il Mastro di Campo, inerpicato su di una scala deve tentare il rapimento della Regina, ma viene respinto dalle guardie che lo fanno cadere giù. A Mezzojuso, questa antica tradizione presenta caratteristiche per certi versi analoghe a quelle dell’antica pantomima di Palermo, ma arricchita da elementi propri della tradizione di Mezzojuso. Appare infatti un figurante col volto coperto da una maschera rossa, che cerca di conquistare la sua amata regina, arroccata nel castello; Egli infine riesce a conquistare la sua amata. Si tratta di una rappresentazione che ricorda l’impresa del conte Bernardo conte di Modica, che, per cercare di conquistare la regina Bianca da lui amata, nel 1412 scalò le mura del palazzo Steri a Palermo; Il racconto tratto dal fatto storico, da cui trae origine la pantomima del Mastro di Campo avrebbe quindi nel tempo subito delle sostanziali modificazioni dettate dalla fantasia, che avrebbero portato la bella Regina ad essere innamorata del Mastro di Campo. In realtà Bianca Navarra, non voleva proprio sapere nulla di cedere alle lusinghe del Cabrera… L’evento si svolge nella pubblica piazza cittadina con la partecipazione di numerosi figuranti, è molto atteso da tutta la cittadinanza ed è rappresentato sin dal XVII secolo. Si tramanda oralmente e propone dei personaggi abbigliati con costumi spagnoleggianti. Nel corso dei secoli, l’evento ha subito delle modifiche, come quelle relative all’intervento di “Garibaldi” e di alcuni suoi uomini. Sembra che questa particolare innovazione abbia avuto origine alla fine del 1800, quando apparve un figurante vestito da Garibaldi. Tale evento scosse lo spirito patriottico degli spettatori che applaudirono tanto fragorosamente alla novità da far sì che nelle edizioni successive si riproponesse sempre la figura di Garibaldi. La partecipazione dell’eroe dei due mondi e dei suoi uomini è molto attiva: i garibaldini ingaggiano una bella battaglia con le guardie saracene del castello. Altri caratteristici personaggi di tale pantomima sono gli alleati del Mastro di Campo, i briganti ed i guerriglieri che vogliono sovvertire l’ordine rappresentato dalla Corte del Re ed il “Diavolo Pecoraio”, un figurante rivestito di pelli di pecora che rappresenta il reale avversario dell’eroe della pantomima.Nonostante le modificazioni suesposte, c’è da dire che i caratteri dei principali protagonisti sono pressocchè identici a quelli delle rappresentazioni originali, e il Mastro di Campo continua ad essere rappresentato come una figura grottesca, mentre la regina come una donna dolce e mite. … Alla fine tutte le maschere scendono dal palco adibito a Castello e si cominciano a diffondere le note martellanti delle danze della Tubiana, che si rifanno ad un antico ballo di Carnevale, tipicamente siciliano.