Palermo, sui flutti della fantasia
“Ma io vi dico andate a Palermo per mare, e vi accorgerete se arrivate in un paese qualsiasi. E non perché l’arrivo sia particolarmente bello, come in realtà lo è, ma perché ad un certo momento subentra un qualche cosa che eccede anche la bellezza dello spettacolo; inavvertitamente non avete più i piedi sulla terra, ossia sul ponte della nave, ma navigate per virtù propria come in un vascello fantasma sui flutti della fantasia”.
Così descrive l’ingresso a Palermo dal Porto, Cesare Brandi, nelle splendide pagine del suo “Sicilia mia” edito da Sellerio. Ed in effetti, quale migliore ingresso, quello dal mare, per ricevere il primo impatto con una città che proprio dal mare ha tratto gran parte della sua particolare vitalità ed essenza. Giungendo dal mare si offre al visitatore la vista di una città ampia e luminosa, delimitata da una superba cornice di monti e caratterizzata dalla presenza del “più bel promontorio del mondo”, come fu definito da Goethe il monte Pellegrino che rappresenta visivamente, simbolicamente e storicamente l’elemento di forte identità della città di Palermo. Visivamente poiché esso è diventato nel tempo parte integrante dell’immagine più diffusa della città, grazie anche all’immenso repertorio grafico, pittorico e fotografico che lo ha quasi sempre accostato alla tradizionale rappresentazione della città; simbolicamente poiché esso rappresentò il rifugio della amatissima Santuzza, patrona di Palermo.
Infine, storicamente, poiché proprio nel monte, si registrarono in epoca preistorica le prime presenze umane e, poichè reperti risalenti all’età della pietra e i noti graffiti delle grotte dell’Addaura, testimoniano primi stanziamenti intorno all’area limitrofa di Palermo. Lasciato il porto, con il quale da sempre Palermo ha stabilito un rapporto che si evidenzia persino nell’origine del suo nome – Panormos, che significa appunto tuttoporto-, si può scegliere di addentrarsi subito per le vie del centro storico della città per andare alla scoperta dei suoi numerosi lati caratteristici. Il centro storico di Palermo rappresenta uno dei centri storici più autentici d’Europa. Esso conserva ancora aspetti originali nella trama dell’antico tessuto viario e presenta molteplici architetture storiche, testimonianza delle varie dominazioni che nei secoli, si sono succedute.
Sì, perché la storia di Palermo non è soltanto la “sua” storia, e cioè quella di una città con il suo contesto, i suoi abitanti, la sua evoluzione urbanistica, ma è la storia di tutte quelle civiltà che, attraversandola, hanno dato e ricevuto da questa città, conformandosi a loro volta in un modo diverso in virtù di questo passaggio. Palermo in questa ottica, si configura come un patrimonio non solo di chi la abita, ma di tutti coloro i quali riconoscano in questa città un valore comune, quello di una stratificazione di pietre e di storie, di simboli e di tradizioni appartenenti all’intera civiltà mediterranea.