Monte Pellegrino
Il Monte Pellegrino, l’antico Heirkte, come era chiamato dai Greci in riferimento alle pareti rocciose particolarmente ripide, si eleva fino a 600 mt. di altezza. Definito da Goethe “il più bel promontorio del mondo”, Monte Pellegrino costituisce da sempre un elemento caratteristico della città di Palermo sia per l’importanza che il monte ricopre dal punto di vista archeologico per essere stato abitato sin dall’epoca preistorica, sia per l’avere ospitato all’interno di una delle sue grotte la Santa Patrona di Palermo, Santa Rosalia, che vi si trasferì in eremitaggio quando ancora era una fanciulla. In onore della Santa nel luogo della grotta sorge un santuario a Lei dedicato, spesso visitato dai cittadini devoti alla Santa.
Il nome “Pellegrino” deriva forse dalla denominazione che gli Arabi diedero al monte, Gebel grin, che significa Monte vicino.
Nel XVIII sec. il territorio a valle che circonda il monte si arricchì di borgate sorte intorno ad antichi bagli e tonnare; nacquero così i primi nuclei delle attuali Arenella, Vergine Maria, Tommaso Natale ecc…. Alle pendici del monte si estende il Parco della Favorita, riserva naturale dal 1991, che venne ideata originariamente come riserva di caccia di Ferdinando IV di Borbone nel 1799.
Monte Pellegrino ha anche un fortissimo significato simbolico… Il fatto di salire in cima al Monte, che si concretizza a Palermo con la tradizionale “scalata”, da compiere rigorosamente a piedi il 4 Settembre in occasione della ricorrenza di Santa Rosalia, significa oltre che rendere un tributo alla amata Patrona, anche purificarsi e riappropriarsi del personale rapporto tra l’uomo e la divinità. In parecchie culture infatti la montagna ripropone con la sua “verticalità”, quell’Axis Mundi che simboleggia l’asse centrale del mondo, l’asse cosmico che ha la sua base al centro della Terra e il suo termine nel Cielo. Ecco perché molto spesso sulla sommità dei monti, si trovano santuari e resti di antichi altari. Ecco perché chi era dedito a Dio sentiva l’esigenza di vivere in eremitaggio, ritirandosi sulle montagne… Del resto numerosi esempi nel mondo confermano il legame tra la montagna e il sacro… Nella Bibbia il monte Sinai è il luogo dove Mosè ha ricevuto le Tavole della Legge. Se pensiamo alla Grecia, la dimora di Zeus, si trovava sul Monte Olimpo.
Per il buddhismo giapponese invece la divinità del fuoco Fuchi, abita sull’omonima montagna. L’elenco portebbe continuare con la Montagna Bianca dei Celti, il monte Tabor in Israele, con il Kailas del Tibet che ospita le sorgenti del Gange ed è meta di pellegrinaggi per induisti e buddhisti. Dove invece la natura dei luoghi non consentiva all’uomo di fare proprie delle montagne naturali, sovente si costruirono delle montagne artificiali per onorare gli dei, come le piramidi e le ziqqurat.
Ritornando alla sacralità del Monte Pellegrino, è stato scoperto che alcuni antichi culti, dedicati a divinità femminili, ebbero come punto di riferimento il monte e le sorgenti d’acqua che vi si trovavano. Una di queste è quella alle pendici del monte nei pressi della sorgente dell’Acquasanta, da cui deriva il nome di una nota borgata palermitana.
Sul monte in epoca bizantina, venne realizzata una chiesa dedicata alla Madonna. Nel periodo della dominazione normanna vi si recò in eremitaggio Santa Rosalia.