Porto Empedocle
Nome Abitanti: empedoclini
Popolazione (2012): 16.841
CAP: 92014
Provincia: Agrigento (AG)
Codice Istat: 084028
Codice Catastale: F299
Coordinate GPS (Lat Lng): 37.29444, 13.52722
Altitudine (m. s.l.m.): 2
Patrono: San Gerlando
Giorno festivo: 25 febbraio
Altre informazioni
Porto Empedocle è un Comune situato sul mare, vicino Agrigento, è oggi maggiormente noto per essere città natale dello scrittore A. Camilleri, (che ha scritto i libri che hanno come protagonista il famoso Commissario Montalbano). La città di Porto Empedocle ha cambiato nome più volte. Il nome Porto Empedocle (dedicato al noto filosofo argrigentino), risale infatti solamente al 1853, quando si decise di cambiare il precedente nome, Molo di Girgenti, in Porto Empedocle. E precedentemente il nome era Marina di Girgenti.
Una curiosa vicenda ha interessato questa cittadina negli anni scorsi…. Il rapporto che lega la città allo scrittore Andrea Camilleri, che spesso fa ritorno nella sua casa di Porto Empedocle (corrispondente alla Vigata letteraria), ha condotto nel 2003 il sindaco di allora, a conferire come secondo nome di Porto Empedocle proprio il nome di Vigata, l’immaginario paese descritto da Camilleri …. Successivamente, nel 2009, tale decisione è stata revocata dal successivo sindaco. Intanto però in città si era già diffusa l’idea di potere utilizzare questo nome a fini turistici e alcuni noti bar e trattorie del luogo, hanno cambiato nome per fare riferimento proprio a Vigata. Occorre a tal punto ricordare che i luoghi e la casa della finzione cinematografica di Montalbano, si trovano invece nel ragusano. La casa sulla spiaggia del Commissario è nella zona denominata Puntasecca, nei pressi di Marina di Ragusa. Il commissariato a Scicli e così via… Se visitiamo il corso principale di Porto Empedocle, noteremo la presenza di due statue bronzee, una dedicata a Pirandello, ed una molto più recente dedicata al commissario Montalbano, opera dello scultore Agnello, lo stesso dello “Sciascia “ di Racalmuto.
Si sbaglia però chi pensa di potere riconoscere in questo personaggio il Montalbano televisivo…. L’uomo ritratto infatti non ha nulla a che vedere con l’attore Luca Zingaretti, ma vuole invece proporre un Montalbano più prossimo al commissario del libro, e vicino alle sembianze di Pietro Germi. Infatti la scultura a grandezza naturale si ispira al commissario Ingravallo, protagonista di, “Quer pasticciaccio brutto di via Merulana” di E. Gadda.
La presenza della statua di Pirandello invece ci invita a ricordare che prossima a Porto Empedocle (ma in territorio di Agrigento) è la nota collina del Caos, dove si trova la casa natale di Pirandello, quella cioè dove la sua famiglia si era momentaneamente trasferita nel 1867, per sfuggire ad una epidemia di colera che si stava diffondendo proprio a Porto Empedocle.
Oggi adibita a museo, la casa, conserva cimeli, oggetti, fotografie e alcuni originali delle opere di Luigi Pirandello.
Acquisita dalla Regione Sicilia nel 1949, è stata dichiarata monumento nazionale. Ancora oggi è possibile ripercorrere la “passeggiata al pino” alla conclusione del quale, si trova la sua tomba nel cavo d’un masso roccioso, come lui stesso aveva descritto nelle “ultime volontà” – che riportano: “Bruciatemi. E il mio corpo, appena arso, sia lasciato disperdere; perche’ niente, neppure la cenere, vorrei avanzasse di me. Ma se questo non si può fare sia l’urna cineraria portata in Sicilia e murata in qualche rozza pietra nella campagna di Girgenti, dove nacqui”.
La “rozza pietra” cui lo scrittore faceva riferimento è in realtà scolpita dall’artista emiliano Marino Mazzacurati, lì si trovano, dal 1961, le ceneri di Pirandello, che riposavano all’ombra del pino.
Oggi purtroppo il pino, è ridotto a due soli superbi tronconi del fusto, lasciati in memoria della sua leggendaria presenza, dopo che una tromba d’aria nel 1997, lo ha colpito privandolo della chioma.
Al suo posto è stato piantato un piccolo albero, che se non potrà mai riproporre la forma e la storia del precedente, che era diventato ormai un simbolo del Caos, sicuramente con il tempo, assolverà al ruolo di procurare di nuovo l’ombra sulla tomba di Pirandello. Percorrendo la “passeggiata” ci pare di sentire le parole tratte da un frammento d’autobiografia di Luigi Pirandello: “Una notte di giugno caddi come una lucciola sotto un gran pino solitario in una campagna d’olivi saraceni affacciata agli orli d’un altipiano d’argille azzurre sul mare africano”. Il rapporto con questo mare “africano” è da sempre stato fondamentale per Porto Empedocle…. Porto Empedocle era in origine sede del “caricatore”, cioè del punto della costa dove venivano effettuate operazioni di carico e scarico delle merci. L’antica torre costiera, poi edificata, nota con il nome di Torre Carlo V, venne eretta a scopo difensivo nel XVI sec. E faceva parte delle opere complessive volute dal Viceré e progettate dall’ingegnere Ferramolino.
Dopo un periodo di abbandono, nel 1735, con I Borbone si diede nuovo impulso all’attività del porto e si decise di ampliarne lo scalo.. Nel 1830, l’incremento del traffico solfifero, il porto ebbe sviluppo. Nel 1864 si costruirà un nuovo braccio del porto e quello di ponente invece sarà aggiunto nel 1875. Purtroppo la zona costiera venne poi destinata ad impianti industriali che, avendo chiuso i battenti nel 1984, sono rimasti come spettri del passato, ad imbruttire la costa, già priva delle pittoresche case dei pescatori precedentemente interessate da una frana.