Noto
Nome Abitanti: netini
Popolazione (2011): 23.704
CAP: 96017
Provincia: Siracusa (SR)
Codice Istat: 089013
Codice Catastale: F943
Coordinate GPS (Lat Lng): 36.8924, 15.0652
Altitudine (m. s.l.m.): 152
Patrono: san Corrado Confalonieri
Giorno festivo: 19 febbraio
Altre informazioni
Inserita tra i siti riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, Noto, si trova fra Siracusa e il capo Passero, su di un colle a 80 metri sul livello del mare, a circa 10 chilometri dalla costa. Da Noto prende il nome la val di Noto, conosciuta per il particolarissimo Barocco espresso nelle costruzioni del dopo terremoto del 1693.
Della città antica che sorgeva sull’Alveria, rimangono oggi soltanto brani di mura orientali e i resti dell’antica Porta di terra, oltre i ruderi del castello. Testi antichi la ricordano come Netum, ovvero come Noto antica, ben distinta dalla Noto attuale ricostruita ex novo dopo il violento terremoto del 1693, a circa 15 Km di distanza, sul declivio del Colle Meti. Narra infatti la storia, che Ducezio, per difendere la sua città natale contro le incursioni dei Greci, la trasferì dalle colline della Mendola al monte Alveria, più difendibile e pensò di munirla di una cinta muraria.
Nel trattato concluso nel 263 a. C. fra i Romani e Gerone, re di Siracusa, Netum era fra le città lasciate sotto la signoria di quel monarca. Noto fu dunque soggetta a Siracusa.
Ai tempi di Cicerone, Netum godette dei diritti di una città federata romana, alla pari di Messina e Taormina; mentre ai tempi di Plinio, conservò sempre il grado di città latina.
l’attribuzione del nome alla Val di Noto, risale all’occupazione Araba. La val di Noto fu infatti una delle tre grandi divisioni amministrative in cui ripartirono la Sicilia. Fu ben munita, sotto il profilo difensivo, tanto che Ruggero il Normanno, dopo avere sottomesso gran parte dell’isola, la occupo’ per spontanea dedizione, e non per espugnazione. Dopo Ruggero fu signore di Noto suo figlio Giordano. Nei primi anni del secolo XIV, passa a Carlo d’Angiò. Sotto re Alfonso fu proprietà del fratello Pietro, il quale costruì la torre maggiore detta volgarmente maestra. Questa torre, distrutta nel 1693 dal terribile terremoto, fu riedificata nel 1703 in un luogo più prossimo al mare e distante circa 7 chilometri da Noto antica.
Dopo il terremoto dell’11 gennaio 1693 che distrusse in gran parte la città, venne nominato vicario generale della ricostruzione Giuseppe Lanza, duca di Camastra. Il progetto che prevedeva di ricostruire la città nei terreni situati sul pendio del Colle Meti, fu oggetto di contrasto tra gli abitanti che si opponevano al trasferimento e i rappresentanti delle istituzioni. Noto qui però risorse più bella di prima.
Nel suo impianto particolare è oggi possibile leggere due città distinte: l’una, posta sulla spianata alta del colle, il cosiddetto Pianalto, impostata su di una maglia a scacchiera, definita da un asse in direzione nord-sud; l’altra parte destinata al potere delle istituzioni. Noto manifesta la spazialità barocca attraverso un tessuto urbano regolare, con strade rettilinee e parallele, sulle quali si aprono gli scenografici scorci architettonici delle piazze e delle scalinate sormontate da Chiese e Palazzi. Questo tessuto, a schema ortogonale, si incentra su di un asse est ovest e due piazze la piazza del mercato e la piazza del Duomo.
Grazie al contributo dato da grandi maestri come Gagliardi ma anche da maestranze artigiane dalla tecnica raffinata, come capimastri e scalpellini, marmorari e pittori a Noto fiorisce un linguaggio barocco particolarissimo, caratterizzato da una esuberanza tipica dell’animo siciliano, che fa di questa cittadina un punto di riferimento per lo studio del barocco in Sicilia.
Quando, nel 1837, il Governo borbonico decise di trasferire la sede del capoluogo di provincia sceglie Noto per la sua bellezza e rappresentatività. Nel 1844 fu fondata la diocesi. Questa ulteriore centralità amministrativa acquisita arricchisce ancor più la città attraverso la realizzazione di opere come il Teatro, la Biblioteca e le sistemazioni viarie. Oggi Noto è meta del turismo internazionale, sia per il suo patrimonio storico-architettonico, (è stata recentemente restituita alla collettività, dopo un lungo intervento di restauro la splendida Cattedrale barocca che aveva subito il crollo della cupola), che per la presenza delle numerose bellissime spiagge, come quelle di Noto Marina, ben servite dal punto di vista delle attrezzature ricettive.
Molto conosciuta ed apprezzata la manifestazione dell'”infiorata” che attira turisti e curiosi da varie parti di Italia.
Poco distante si trova il Lido di Noto, dove confluiscono i molti turisti che in estate amano frequentare la spiaggia.
Architettura
Noto, insieme ad altre città tardo-barocche come Catania, Militello Val di Catania, Caltagirone, Ragusa, Scicli, Modica, Palazzolo Acreide, è compresa nella lista del Patrimonio dell’Unesco, la famosa World Heritage List. La città nuova, si trova 10 km a sud-est di Noto antica, città che fu tanto importante da dare il nome ad una delle tre regioni in cui venne divisa la Sicilia: la Val di Noto.
Abbandonata la vecchia Noto dopo il terremoto del 1693, si costruì infatti la città nuova. Essa ha un asse portante impostato secondo un modello a scacchiera. Noto è stata recentemente al centro dell’attenzione di molti studiosi per le vicende relative al crollo della cupola del suo monumento più rappresentativo: la Chiesa Madre.
Parzialmente crollata il 13 marzo 1996, (il terzo crollo nella storia della cupola dopo quelli del 1780 e 1848), la Chiesa è stata restituita alla collettività dopo un sapiente restauro il 18 Giugno 2007. Il crollo ha interessato anche il tamburo, gran parte della copertura e l’ordine dei pilastri a destra. Presenta una scalea molto scenografica, a tre rampe. Risale ai primi anni del 1700, anche se la sua costruzione fu conclusa nel 1776. Ha un interno a tre navate e la facciata è piana e fiancheggiata da due torri campanarie.
Altre prestigiose emergenze architettoniche sono:
- La chiesa di San Francesco all’Immacolata (opera del 1704-1745);
- il monastero del Santissimo Salvatore (1706)
- la chiesa di Santa Chiara (costruita fra il 1719 e il 1758). Al risale
- Palazzo Ducezio del 1746:
- la chiesa di San Domenico (costruita fra il 1703 e il 1727), uno degli esempi più significativi del barocco settecentesco siciliano.
- Palazzo Nicolaci di Villadorata (1737).
- La chiesa del Santissimo Crocifisso