Caccamo
Nome Abitanti: caccamesi
Popolazione (2011): 8.295
CAP: 90012
Provincia: Palermo (PA)
Codice Istat: 082014
Codice Catastale: B315
Coordinate GPS (Lat Lng): 37.93333, 13.66667
Altitudine (m. s.l.m.): 521
Patrono: San Nicasio Martire
Giorno festivo:
Altre informazioni
Probabilmente fondata dai Fenici, Caccamo ha come prime notizie storiche attendibili quelle relative al tempo dei Normanni, quando diviene teatro della rivolta dei baroni siciliani contro l’imperatore Guglielmo I il Malo. Subisce la dominazione aragonese e con gli Angioini diviene signoria dei Chiaramonte nel XIV sec., per poi passare alle famiglie Prades-Cabrera, Amato e infine, nel sec. XIX al conte di S.Stefano De Spuches. Caccamo è nota principalmente per il suo splendido, maestoso e severo Castello, realizzato in pietra calcarea, ben conservato e recentemente restaurato. Sorge su uno sperone roccioso sul versante Nord-Est del monte Calogero e si sviluppa su svariati livelli, seguendo un andamento a spirale lungo il quale si giustappongono corpi di fabbrica trecenteschi, quattrocenteschi e secenteschi.
Il primo nucleo del Castello corrispondeva probabilmente alla semplice torre di avvistamento, sulla quale si sarebbe poi sviluppata la Torre Mastra, con sottostante cisterna d’acqua. A detta dell’Inveges la torre «Mastra», crollata con il terremoto del 1823, sarebbe la più antica e alta torre della fortezza, attorno alla quale si sviluppo’ il resto del castello. Durante il Medioevo si accedeva al castello dal lato sud-ovest, e l’antico quartiere Terravecchia, rappresentava la “cittadella” del maniero. A difesa del castello vi erano quattro torri, una delle quali è la torre delle Campane (oggi campanile del Duomo), e un’altra è l’attuale campanile della chiesa dell’Annunziata. Le strutture difensive vengono ampliate sotto i Chiaramonte, mentre nel XVII sec., con gli Amato, il castello perde la sua funzione difensiva per divenire una residenza signorile e si arricchisce di monofore e bifore.
L’edificio, per l’alternarsi nei secoli di diversi proprietari, si presenta oggi come un armonioso insieme di corpi di fabbrica di varie epoche risultante dai numerosi rimaneggiamenti espletati nell’arco di ben otto secoli. La seconda domenica del mese di Agosto lo storico corteo di circa 300 personaggi che rappresentano le antiche famiglie attraversano le strade della città.
Il Castello
Attraverso un’ampia rampa cordonata si accede al castello; un primo cancello d’ingresso immette in una corte su cui si affacciano fabbriche quattrocentesche. Varcato un secondo cancello si giunge ad un cortile che, immette attraverso un andito al teatro del castello. Sul lato destro una apertura sormontata da un arco a tutto sesto, sopra cui poggia un altro arco a sesto acuto, porta ad un terrazzo dove sorge la piccola chiesa di corte e si apre l’ingresso alle prigioni. Un breve vestibolo immette nelle altre ali del castello. Attraversato il vestibolo, ci si trova in un vasto cortile con varie porte tra cui quella che immette nei saloni del castello. Un bel portale settecentesco dà accesso alla Sala delle Armi o Salone della Congiura dove pare che nel 1160 si siano riuniti baroni ribelli a re Guglielmo il malo, con Matteo Bonello capeggiante la congiura. Da questo salone si accede nelle camere private del castellano, nella sala dei convegni, nelle stanze da letto.
Nell’ala opposta vi sono la sala da pranzo dagli affreschi del ‘600, dai pavimenti a mosaico; e le sale della foresteria. Nell’ala a levante, non più praticabile, gli ambienti si aprivano su due grandi balconi, uno dei quali viene detto della «bella vista» per il panorama che offre sulla città. Nel piano sottostante a quello nobile, con accesso attraverso una scala scavata nella roccia, si trovanogli appartamenti della servitù. La parte esposta a tramontana del castello venne rimaneggiata e fortificata durante il dominio dei Chiaramonte. Essi fecero costruire l’ala di nord-est, una torre a ridosso del Mastio e la torre detta del Pizzarrone posta allo sbocco delle fogne a valle.
L’apporto dei Prades-Cabrera, fu invece la realizzazione della torre della «Fossa» o del «Dammuso» e dell’appartamento detto delle «Audienze. Con la signoria degli Amato il castello la precedente funzione difensiva si trasforma definitivamente in abitativa e il castello diventa un palazzo baronale che conserva però le originarie tipiche caratteristiche di fortezza. La parte sud del castello viene arricchita di soffitti lignei dipinti, pareti decorate da fasce affrescate. Il portale d’ingresso al salone principale venne inquadrato da alte colonne, coronato da un sontuoso timpano spezzato. Sempre in relazione alla presenza del Castello a Caccamo si svolge ogni anno una singolare manifestazione denominata “la Castellana”, che risulta essere stata la prima del genere rievocativo in Sicilia, (la prima manifestazione risale infatti a più di trenta anni fa e fu voluta dal cavaliere Giorgio Ponte).
Molto spettacolare e curata sotto il punto di vista delle ricostruzioni e dei costumi d’epoca realizzati con tessuti pregiati recanti preziose incrostazioni di oro, argento e avorio, musiche e cortei atti a rievocare le atmosfere che delle illustri famiglie che ne ebbero la signoria (tra le quali i Chiaramonte, i Prades, i Cabrera, gli Henriquez, gli Amato ed i De Spuches). Nel 1963 il pricipe di Galati e duca di Caccamo Antonio De Spuches che dal 1094 al 1800 abitarono il Castello.