Matera città vera
La città di Matera, dove si riconosce nella “civita” il primo nucleo abitativo, e nota soprattutto per i cosiddetti “Sassi” anche se di sicuro le permanenze architettoniche della città, come le chiese rupestri non sono da considerare secondarie. Quello che inoltre si deve considerare è che il valore dei Sassi, come delle Chiese rupestri, sta non nella osservazione dei fenomeni architettonici isolati, ma nel loro intimo dialogo con il paesaggio circostante.
Quello che si apprezza quindi è nell’insieme, nella capacità di queste permanenze di fare sistema. Inoltre un altro elemento di valore sta nella continuità. Il fatto che si sia cioè perpetuato a Matera un modello abitativo come quello del vivere nei Sassi, (molte case sono probabilmente state abitate sin dall’età del bronzo!) richiede una formulazione di valore che consideri anche la capacità di mantenimento nei secoli di una particolare identità. Ed anche adesso, che la città è stata per così dire scoperta, dal turismo di massa, non è diventata una imitazione di se stessa da offrire al turista, ma si è mantenuta nei suoi caratteri peculiari, intimamente autentica.
Ecco perché Matera è una città vera, ed ecco anche perché il suo particolare modo d’essere è stato riconosciuto dall’UNESCO, che l’ha inserita nel 1993, nella lista dei “patrimoni dell’umanità”. La relazione della commissione di valutazione dell’Unesco ha stabilito dei criteri, in uno dei quali a proposito di Matera si legge: “I Sassi ed il Parco delle chiese rupestri di Matera sono un rilevante esempio di insediamento umano tradizionale e di uso del territorio rappresentativo di una cultura che ha, dalle sue origini, mantenuto un armonioso rapporto con il suo ambiente naturale, ed è ora sottoposta a rischi potenziali.
L’equilibrio tra intervento umano e l’ecosistema mostra una continuità per oltre nove millenni, durante i quali parti dell’insediamento tagliato nella roccia furono gradualmente adattate in rapporto ai bisogni crescenti degli abitanti”. La scelta operata dall’Unesco attraverso l’inserimento dei Sassi e delle chiese rupestri di Matera, quindi è stata orientata da subito non solo al riconoscimento di un valore intrinseco dei Sassi e delle Chiese, ma anche ad una azione di tutela che guardasse all’aspetto complessivo come ricco di componenti paesaggistiche sia di carattere naturale che antropico.
L’altopiano della Murgia è la quinta naturale che accoglie questo scenario e che possiede una serie di antichissime chiese rupestri che sono tutelate dalla istituzione di un apposito parco archeologico: il Parco della Murgia materana.
I cosiddetti “Sassi”, antico cuore di una civiltà contadina e artigiana, costituiscono la parte più antica della città di Matera e rappresentano una vera e propria città scavata nella roccia calcarenitica. Tale roccia, detta “tufo”, ha la proprietà di rendere abitabili gli ambienti scavati, tanto da fare apprezzare il fresco in estate e una temperatura accettabile in inverno. Dall’esterno si offre all’osservatore un paesaggio affascinante fatto di case affastellate lungo i pendii di un vallone profondo, chiamato “gravina”. Scorci diversi si alternano ad antri cavernosi e ad articolate strutture architettoniche.
Dal recente film di Mel Gibson “La Passione di Cristo”, alle più datate note di C. Levi Matera ha spesso suggestionato artisti e scrittori, oltre che naturalmente innumerevoli fotografi.
“Questi coni rovesciati, questi imbuti, si chiamano Sassi. Hanno la forma con cui, a scuola, immaginavamo l’inferno di Dante, in quello stretto spazio tra le facciate e il declivio passano le strade, e sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelle di sotto”.
La descrizione che fa C. Levi in Cristo si è fermato ad Eboli di Matera, si riferisce al periodo in cui egli venne mandato al confino in Lucania dal regime fascista e al momento in cui a causa della crisi economica, molte cisterne erano state adattate a unità abitative e sulla case di roccia erano stati sopraelevati altri piani.
Per “civita” medievale, si intende invece il centro della città antica, quella di matrice medievale, eretta su una acropoli. Rispetto alla civita a nord-ovest troviamo il Sasso Barisano, che è ricco di portali scolpiti e fregi. A sud invece guarda il sasso Caveoso, che si può dire che sia strutturato come una cavea (da cui probabilmente deriva il termine caveoso) di un teatro, dal momento che le case-grotte scendono come a gradoni. Nei rioni così denominati si trovano chiese rupestri come San Pietro Barisano e Santa Lucia alle Malve.
Invece al Sasso Caveoso, dominato dal masso roccioso del Monterrone, possiamo visitare le splendide chiese di St. Maria de Idris e San Giovanni. Il termine sassi in riferimento ai caratteristici rioni di pietra, rioni popolari, pare risalga ad un documento del 1204, anche se alcuni studiosi propendono per una interpretazione diversa: in periodo romano la Civita, fu munita di mura, al disotto delle quali si trovavano le numerose grotte e dei grandi massi rocciosi. Per questa ragione ed in riferimento ai grandi massi rocciosi questi due antichi rioni furono denominati Sassi.
Il “Sasso Caveoso” e il “Sasso Barisano”, si sarebbero quindi ampliati nel corso del Medioevo, e successivamente si sarebbero saldati alla Civitas. Nell’XI secolo giungono a Matera i monaci basiliani, eredi della cultura siriaca ed anatolica. I conventi della Madonna della Virtù, Santa Lucia alle Malve e San Nicola dei Greci derivano da queste esperienza. Infine merita un cenno particolare la chiesa di St. Barbara, con affreschi di grande importanza storica.
L’organizzazione della vita nei Sassi comprende uno stile di vita che tiene conto della socialità, dal momento che molte abitazioni si affacciavano su uno spazio comune. Ci si vedeva per attingere l’acqua dal pozzo, ci si frequentava per utilizzare un unico forno per il pane, ecc…. L’organizzazione urbana corrispose quindi all’organizzazione sociale, l’apparente caos così è leggibile come una sorta di ordine, osservabile nel rapporto tra gli abitanti.
La casagrotta è l’abitazione tipica dei Sassi scavata nella roccia. Vicino la piazza san Pietro Caveoso, si apre uno dei più suggestivi vicinati, quello di vico Solitario, dove è situata una Casa Grotta che si può visitare. Infatti, la Casa Grotta di vico Solitario è un museo riconosciuto e patrocinato dal Comune di Matera. Offre uno spaccato della vita che si conduceva nelle case scavate del Sasso Caveoso prima del loro abbandono, obbligato, avvenuto in relazione alla legge di risanamento dei Sassi, risalente al 1952. Si tratta di un unico ambiente, in parte scavato e in parte costruito dove gli arredi servono a creare la divisione degli spazi.
Si osserva quindi l’esistenza del focolare al centro della casa un piccolo tavolo dove si metteva un unico grande piatto dal quale tutti attingevano per il pasto. La zona letto era rappresentata da un semplice letto con un materasso di foglie, composto da due cavalletti in ferro, sui quali poggiavano delle assi di legno. La stalla con la mangiatoia che ospitava il mulo era all’interno dell’abitazione, separata da un semplice divisorio.
Alla casa museo è possibile anche osservare il sistema di raccolta delle acque piovane, la canalizzazione e la cisterna nella quale era convogliata l’acqua piovana dall’esterno.
Domina la civita una bellissima cattedrale risalente al 1270 in stile romanico, la cui facciata principale è rivolta verso la vallata del Sasso Barisano. La torre campanaria di forma quadrangolare è alta 52 mt. ed è divisa in 2 tronchi da un terrazzo: nella parte inferiore consta di tre piani ognuno ornato di finestrelle bifore, in quella superiore si assottiglia e termina in una cuspide sovrastata da una sfera con una croce.