La nuvola di Massimiliano Fuksas
A Roma, che si pone oggi come una delle città più attente al panorama internazionale dell’architettura contemporanea, adesso, oltre all’Auditorium di Renzo Piano ed ai progetti di Zaha Hadid, si aggiungerà il Centro congressi dell’Eur, incredibile intervento di Fuksas. Cosa ci si può aspettare da un intervento architettonico ispirato al cielo, anzi, ad uno specifico cielo, quello della Grecia blu e luminoso, intenso e profondo, che ti trasporta magicamente nella dimensione di un sogno. Ci si può aspettare solamente che ti incanti e che ti introduca come su di un tappeto magico alla comprensione del concetto di una fruizione nuova dello spazio, ad un nuovo modo di vedere l’architettura. Così questo edificio alto 30 metri e orientato longitudinalmente, ci stupisce ed ad un tempo esalta la nostra visione percettiva verso nuovi limiti emozionali.
Il progetto, prevede un ingente investimento finanziato in parte dal governo e in parte dalla società vincitrice della gara d’appalto, la Centro Congressi Italia, che gestirà il Palazzo per trent’anni. Il Palazzo Congressi ricoprirà un’area di 27.000 mq. e avrà la forma di un parallelepipedo lungo 198 metri e largo 75; sarà in grado di accogliere circa 11.000 persone. La vera novità però è la “nuvola” posta all’interno, dalla superficie di 10.000 metri quadrati destinata a contenere un auditorium per 1.800 persone e delle sale riunioni. La nuvola è concepita come una struttura sospesa, tra il soffitto e il pavimento della hall, ed è retta da una maglia di nervature in acciaio.
La struttura, sarà realizzata in materiale traslucido, acciaio e teflon, presenterà dei lati trasversali dove si svilupperanno due piazze aperte al quartiere e alla città. Una delle piazze è concepita come uno spazio modulabile grazie alla presenza di strutture mobili, e sarà destinata a veicolare gli ospiti nelle varie sale. L’altra invece, percorribile da viale Europa, si rapporterà in modo diretto con il quartiere. Sono previsti anche un ampio parcheggio, un albergo e uno spazio sotterraneo polifunzionale.
Il complesso vuole porsi come parte integrante della città alla quale si rivolgerà tramite la vasta piazza, luogo di connessioni e comunicazioni culturali diverse. Il nuovo centro aperto al pubblico sarà destinato ad essere insieme al già esistente Palazzo dei Congressi, un vero e proprio sistema congressuale.
Oltre alla particolare attenzione nei confronti del rapporto architettura-contesto urbano, sembra che la “leggerezza” e la poetica del “frammento”, sia una delle componenti irrinunciabili dell’opera di Fuksas, che afferma “ho capito, attraverso il frammento, che tutto ciò che non può essere controllato ha una carica di energia”.
Così anche le tipologie più rigide, come quelle dei musei diventano con Fuksas oggetto di incontrollabili scatti di energia. Nella progettazione delle strutture museali Fuksas, rompe con la convenzionale accezione del museo, intendendolo non più come il luogo preposto alla conservazione ma come uno spazio aperto alle suggestioni e contaminazioni del passato che ci rivela straordinariamente attuale.
Ma l’architettura di Fuksas non è tuttavia da considerare d’evasione o fuga verso l’irreale, anzi, a Fuksas si deve riconoscere una propensione nell’affrontare temi e problemi urbani anche particolarmente difficili, come quelli delle periferie.