L’Alhambra di Granada
La città
La città di Granada, è posta alle falde della Sierra Nevada, tra due spuntoni rocciosi che scendono nella Vega del Rio Genil. Con i suoi circa 280.000 abitanti è il capoluogo della provincia di Granada nell’Andalusia ed è anche un importante centro culturale essendo sede universitaria dal 1526. Meta di numerosi studiosi e turisti attirati dalle sue preziose emergenze architettoniche, è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità. La città è per gran parte situata nelle colline, di cui quella settentrionale è chiamata Albacin, e ospita la città antica. La collina a sud, l’Alhambra, è staccata dall’Albacin dalla gola del Darro.
La Storia
In origine la città fu fondata dagli Iberi; in seguito alla sconfitta dei visigoti fu conquistata dagli arabi nel 711 ed acquisì il nome di Gharnatha. Gli Arabi costruirono un castello sul colle Alhambra. Nel 1031 divenne emirato autonomo in seguito al declino del califfato di Cordoba. In questo periodo fu sotto gli Almoravidi e Almohadi. Nel 1240 Ibn al-almed Beni Nasr fonda la dinastia dei Nasridi. Con loro Granada divenne la città più ricca della penisola Iberica. La dinastia di venti Re durò fino al 1492 –pace di Santafè- anno in cui fu conquistata dagli spagnoli ed entrò a far parte del regno di Castiglia. L’ultimo signore arabo della città fu Boadbil.
Successivamente molte delle tracce della dominazione musulmana furono fatte scomparire con una serie di persecuzioni che sfociarono, nel 1609, nel decreto di espulsione degli arabi.Un nuovo periodo di splendore, la città l’ebbe nel rinascimento. Dopo la repressione della rivolta moresca, dal 1569 si avviò un periodo di decadenza che si arrestò solo nel XX secolo.
Il centro
Il centro della città è rappresentato dalla Plaza Isabella la Catolica dove si incrociano le vie principali: Gran via de Colon e calle de los Reyes Catolicos. Ad ovest si trova la Plaza del Carmen con l’Ayuntamento. All’altezza della Plaza del Carmen dalla calle dei Re cattolici, la Calle del Principe in direzione piazza di Bib-Rambla, conduce ad un mercato di fiori; qui incominciano le viuzze che formano parte dell’antigua Alcaicerìa y Zacatin, mercato della seta e zona di artigiani al tempo dei musulmani, dove oggi si concentra un commercio variopinto. La Cattedrale si trova dietro il palazzo arcivescovile. St. Maria della Incarnacion si erge per ricordare la vittoria della cristianità spagnola. Quando fu costruita, nel 1523, si utilizzò lo stile gotico e fu proseguita in stile plateresco nel 1525. La facciata di A. Cano -1667- è rinascimentale. All’interno spicca la Cappella Maggiore e la Cappella reale, che si raggiunge dalla navata laterale di destra. Di fronte alla Cappella Reale c’è l’antica Madraza che ospita alcune dipendenze dell’Università di Granada.
Per salire verso il Sacromonte e l’Albacìn bisogna prendere la Cuesta Chapiz. La calle del Salvador conduce ai vicoli del sobborgo di Albacin, ricchi di influssi moreschi. Nelle vicinanze si trovano le case del Chapiz, quartiere popolare abitato tradizionalmente dai gitani. Sono case scavate nella montagna e in alcune di queste grotte hanno luogo spettacoli di danza e canto conosciuti come ‘zambras’.
Colle dell’Alhambra
Durante tre secoli di prosperità si sviluppò la cultura islamica di Granada che ha lasciato opere di grande valore artistico-architettonico come il complesso dell’Alhambra, (il nome deriva da rossa, e se da una parte si ricollega al colore dominante della terra delle colline di Granada dall’altra appartiene per tradizione alla denominazione delle regge di area islamica).
Il complesso architettonico dell’Alhambra opera dei Nasridi, fu costruito su uno dei colli che domina la città e si può collocare dal 1238 al 1492. Ha subito nel corso dei secoli diverse trasformazioni, a causa delle dinastie che vi si sono succedute. Il complesso monumentale è costituito fondamentalmente da tre parti distinte. La Alcazaba – fortezza- con funzioni difensive; i Palazzi Nasridi – dimore dei sultani regnanti-; infine il Generalife, in cui si accede dai giardini del Portal, che rappresentava la residenza estiva dei sovrani e l’area dei giardini dedicata anche alla produzione di frutta ed ortaggi. Nella parte orientale della piazza delle cisterne si trova il Palazzo di Carlo V sede del Museo dell’Alhambra. Edificio massiccio in stile rinascimentale, iniziato nel 1526 ed è lungo ben 63 m.
Al Colle si accede dalla Plaza nueva. L’ingresso del parco dell’Alhambra, che si inoltra in una gola tra l’altura dell’Alhambra e il monte mauror, è la Puerta de Granadas. Nella parte occidentale della piazza de los Aljibes, si trova l’Alcazaba, l’antico castello reale di Mohammed I di cui restano solo poche mura di cinta con le torri.
-La Alcazaba, la cittadella risale al XIII secolo ed è, insieme alle Torri Vermiglie, la più antica costruzione del complesso. Fu realizzata su edificazioni preesistenti anch’esse destinate alla difesa. Vi si ergono alcune torri la più famosa delle quali è la Torre della Vela -16 metri di lato e 25 d’altezza- posta nella posizione più alta di tutta l’Alhambra. Nella parte interna della cittadella c’è la piazza delle armi, e a sinistra si trova un giardino del XVII secolo denominato de los Adarves. Uscendo dalla porta del Vino, attraversando il giardino che si trova davanti al Palazzo di Carlo V, si arriva ai Palazzi Reali Nasaridi che occupano la parte più bassa della collina.
-Il palazzo dell’Alhambra, edificato dal sultano Abul-Hachach-Yusuf I nel 1333-54I e terminato solo 1391 sotto Mohammed V, rappresenta il culmine artistico dell’architettura moresca. Se all’esterno il palazzo non presenta particolarità decorative, all’interno rappresenta oltre un eccellente esempio di architettura civile araba, un capolavoro sotto il punto di vista della ricchezza dell’apparato decorativo. Troviamo qui le note muquarnas, che devono il loro nome all’accostamento con le stalattiti, realizzate in stucco lavorato ad intaglio, decorano intradossi degli archi oltre a tutte le sporgenze e le cornici… L’arabesco sia floreale che geometrico ricopre tutte le superfici, anche molto vaste, dando un senso di sbigottimento all’osservatore. Le stesse epigrafi cufiche raggiungono livelli di enfasi decorativa mai raggiunti.
L’elemento acqua è presente in numerosi ambienti ed è portatore di freschezza e valori simbolici. Vengono inseriti dei lunghi testi coranici- come nella Sala degli Ambasciatori- e l zona bassa delle pareti viene spesso decorata a mosaici di maiolica colorata di verde azzurro e giallo. Le porte i soffitti e le cupole sono decorate a stalattiti di legno intagliato, basti pensare che la cupola della sala delle due sorelle presenta 5000 alveoli diversi tra loro. Il castello è circondati da mura e per il colore rosso della roccia fu chiamato la città rossa. Planimetricamente è composto da tre parti principali: il mexuar, il Serrallo, (il vero palazzo reale) e l’Harem.
Il Mexuar, o Stanza Dorata, era destinata all’amministrazione del regno e aveva funzione di sala per le riunioni degli emiri con i loro ministri. Il Serrallo o Cuarto de Comares, destinato a residenza ufficiale del re è la parte principale della reggia e al centro presenta il Cortile dei Mirti, dalle forme armoniose, con uno stagno.
L’Harèm, con le dimore private, era un’area prettamente dedicata alle donne. Il patio e la facciata del Palazzo di Comares separava la parte pubblica da quella privata.
La facciata sud del Palazzo di Comares si riflette nella piscina del patio di Los Arrayanes; i riflessi nell’acqua e le fontane sono un elemento costante che entra a far parte dell’architettura della Alhambra.
Nella galleria nord si trova la Torre di Comares, al cui piano principale ha sede la sala de los Embajadores. Essa è costituita da un vano quadrato di 11m per lato, utilizzato in origine come sala del trono. Bellissima la cupola in legno di larice con ben 152 motivi ornamentali diversi.
La struttura del complesso architettonico che conserva al suo interno il noto Cortile dei leoni– 1354-77-, è in posizione perpendicolare al primo complesso appena descritto. Dall’angolo sud-orientale del cortile dei mirti si giunge al Patio de los Leones.
Il patio, facente parte dell’Harem, deve questo nome per la grande vasca sorretta da 12 leoni posti a raggiera intorno alla fontana che è posta al centro del cortile di 28m X 16. Da qui si dipartono 4 canali con quattro fontane Rappresenta la parte principale dell’abitazione reale invernale e fu costruito ai tempi di Mohammed V, nel XIV secolo. Il colonnato che lo circonda è formato da 142 colonne di marmo bianco con i capitelli cubici; i suoi archi sono semicircolari, moreschi e a stalattite.
Facile intuire che la predisposizione di questo spazio è pieno di valenze simboliche legati al numero, alla forma geometrica e alla presenza dell’elemento acqua.
Nella parte meridionale del patio de los Leones è la sala de los Abencerrajes (sala degli Abencerragi) che presenta al centro una vasca in marmo dodecagonale, sovrastata da una volta con stalattiti di insuperabile ricchezza decorativa. Nella parte orientale è la sala de los Reyes con archi a sesto acuto con un ricchissimo lavoro di intreccio di ornati e volte a semisfera. La sala de las Dos Hermanas, dimora della sultana, alla quale si accede dalla porta settentrionale del cortile dei leoni, ha le pareti interamente ricoperte di una fittissima decorazione policroma. La volta che la sovrasta è la più grande tra le volte alveolare arabe e presenta circa 5000 scanalature. Questa sala è probabilmente la più bella di tutto il complesso.
La sala de las Ajimeces – presenta il mirador de Daraxa, cioè un bovindo con tre finestre che si affacciano al patio di Daraxa. La Torre delle Dame, -torre fortificata con attigua sala a volte- con fontana e piccola moschea, si trova ad est del palazzo.
l Palacio del Generalife, dall’arabo “djemat al. Arif”, letteralmente “giardino degli architetti”, era la residenza estiva dei sovrani Nasaridi. Consiste in un edificio di piccole dimensioni formato da due padiglioni uniti attraverso una galleria e alcune stanze. Al centro si trova il Patio de la Acequia, o cortile del canale. Posto di fronte all’Alhambra, fu portato a termine nel 1319. Famoso per i suoi giardini disposti a terrazza, ricchi di zampilli d’acqua e fontane e di numerosissime piante di varie specie.