Museo Guggenheim
Il Museo Guggenheim di Bilbao, inaugurato nel 1997, è stato costruito sul luogo di un vecchio terreno industriale e fa parte di un piano di rivalutazione urbanistica della città, iniziato nel 1989, che include un palazzo dei congressi, un aereoporto internazionale, una nuova metropolitana e un piano di sistemazione delle rive del Nervion.
Il Museo occupa complessivamente 24.000 mq., di cui 10.600 mq. sono spazi espositivi e risulta composto da una serie di volumi interconnessi in modo spettacolare. L’impatto con l’ambiente circostante risulta certamente forte, ma al tempo stesso non tale da fornire disturbo, anzi l’imponente struttura si sposa al contesto con grazia e sobria eleganza anche per via del materiale di cui è rivestita.
Trentatremila lamine di titanio, che sono state realizzate per durare 100 anni, rivestono infatti questa straordinaria opera di Frank Gehry che con il suo progetto per il Museo di Bilbao ha vinto sugli altri partecipanti, Arata Isozaki e Coop Himmelblau.
Il Titanio – 60 tonnellate- è stato estratto in Australia, fuso in Francia, laminato a Pittsburg, decappato in Gran Bretagna e assemblato a Milano ed ha uno spessore di 0,3 mm. per lamina. Uno sforzo sinergico per un’opera che si configura già come patrimonio del mondo. Le lastre di pietra calcarea, proveniente dalle cave di Huèscar di Granada, corrispondono a 27.200 mq. Lo spessore di una lastra è di 50 mm e tutte sono state lucidate al momento della posa. Duemilacinquecento lastre di cristallo costituiscono invece le parti trasparenti dell’edificio, strutturate in doppio cristallo termico tale da proteggere l’interno dal calore e dalle irradiazioni solari.
La struttura dell’edificio, in tre livelli più un livello ultimo adibito a volume tecnico per i sistemi di condizionamento, è estremamente complessa. La progettazione si è resa possibile grazie all’utilizzo dei più moderni software di progettazione e di calcolo, (il programma usato, di nome CATIA, è stato quello utilizzato in Francia per la progettazione degli aerei militari).
Da contenitore di opere d’arte ad opera d’arte essa stessa, questa scultura a cielo aperto si riflette sulle acque del fiume Nerviòn e su quelle di un laghetto artificiale situato ai suoi piedi ad un livello leggermente più alto di quello del fiume. Il laghetto artificiale fa parte anch’esso dello spazio espositivo diventando pretesto per l’opera di Yves Klein. Al livello dell’acqua sono qui cololocati infatti dei bruciatori, dotati di fori per fare entrare l’aria che si mescola al gas, e da alcuni bocchettoni fuoriescono fiamme colorate miste a spruzzi d’acqua. La passeggiata al fiume si arricchisce così di inediti giochi di luci che rendono ancor più suggestiva una visita serale al Museo. Una rampa collega la passeggiata a fiume con una torre dalla forma irregolare, dotata di una scala interna che permette di salire sul ponte., La torre funge dunque da collegamento tra il museo ed il Ponte de La Salve, -una delle principali vie d’ingresso alla città-, che risulta così integrato all’intero organismo architettonico indicando simbolicamente il desiderio di integrazione del Museo con il resto della regione. L’entrata principale del museo si trova a conclusione di un principale asse nevralgico della città che si svolge in diagonale e che collega il centro urbano al Museo.
Fulcro compositivo interno del museo è uno spettacolare atrio di 650 mq. e di 50 mt. di altezza, illuminato sia dalla luce naturale che penetra lateralmente dalle grandi vetrate che danno sul fiume, che dalla vetrata che costituisce la copertura del punto più alto dell’edificio da cui la luce proviene zenitalmente. Sollevando lo sguardo verso questo punto si comprenderà perché si suole chiamarlo il fiore di titanio. Intorno all’atrio si collocano poi i tre livelli delle gallerie, che a molti ricordano il percorso a spirale del Guggenheim di Wright. Le 19 gallerie che si raccordano all’atrio grazie ad un sistema di passerelle curvilinee sospese, ad ascensori a vetro e torri di scale, sono destinate ad ospitare a rotazione le collezioni della fondazione Guggenheim ed ad ospitare opere della collezione permanente. Alcune gallerie presentano una volumetria tradizionale e la loro forma è espressa all’esterno dai volumi in pietra, altre invece presentano una spiccata irregolarità e sono identificabili all’esterno dal rivestimento in titanio. Molte gallerie sono illuminate da lucernari che regolano l’intensità della luce naturale dallo 0% al 100% grazie ad un sistema di tende motorizzate. Le sale interne destinate ad accogliere le opere, sono state concepite partendo proprio dalle caratteristiche delle opere che erano destinate ad accogliere, alcune delle quali di grandissime dimensioni,- come le istallazioni di R. Serra- collocate in una enorme sala lunga 170 mt. e alta 24 priva di sostegni intermedi, chiamata the fish. Dall’atrio si accede alla terrazza che si affaccia sul laghetto artificiale ed è coperta da una gigantesca tettoia sorretta da un unico pilastro in pietra.. Il museo oltre le opere della fondazione Guggenheim e la propria collezione permanente, integrata con opere di grandi artisti della seconda metà del XX secolo, contiene inoltre alcuni percorsi espositivi dedicati ad artisti baschi e spagnoli contamporanei. Tra le numerose opere esposte sono presenti opere di Mark Rothko, Robert Rauschenberg, Richard Serra, Jean Michel Basquiat, Jenny Holzer, Christian Boltanski All’esterno antistante l’ingresso, si trova invece una caratteristica opera di Jeff Koons che raffigura un cane di nome Puppy, ed è interamente ricoperta di fiori di stagione. Particolare cura è riservata alla manutenzione del museo, affinchè le lamine di titanio conservino sempre il loro splendore. Sovente è possibile vedere operai che sospesi con dei cavi, puliscono o riparano il rivestimento con estrema competenza.