Le Corbusier
Le Corbusier, il minimo ed il massimo spazio
Roquebrune-Cap-Martin… Nel 1965 durante le sue vacanze estive muore a causa di una crisi cardiaca nuotando in mare, Charles-Edouard Jeanneret, architetto, urbanista, pittore… grande protagonista dell’architettura moderna. Muore in prossimità del suo cabanon di legno grezzo, 3,66 x 3,66 metri in pianta e 2,26 di altezza: in legno di pino per l’esterno e di quercia all’interno, compensato per le pareti e noce per il tavolo.
A un uomo in vacanza –diceva- non serve molto più di un letto, servizi, un tetto e la vista del sole che risplende sul mare. Così diceva e intanto viveva di un minimo e un massimo spazio. Quello minimo della sua spartana abitazione… Quello massimo che si apriva dinnanzi ad essa. Le Corbusier conosce la magia di questo luogo pranzando a L’Etoile de Mer, una piccolissima trattoria con terrazza sul mare, e convince il suo amico Rebutado a lasciargli in uso una piccola parte della casa, con apertura direttamente sul ristorantino. Nel 1951, in tre quarti d’ora fece uno schizzo della pianta del suo Cabanon per farne dono di compleanno a sua moglie. Qui sono nati alcuni disegni dei suoi importanti progetti poi ripresi in studio a Parigi.
All’interno solo oggetti incorporati alla costruzione come la libreria e il tavolo, i due letti, il lavello e il servizio; la cucina non c’è ma il cabanon è dotato di una porta sul corridoio che conduce al ristorantino sul mare dove Le Corbusier amava pranzare. Alcuni elementi dell’arredo hanno una duplice funzione: il letto nasconde dei cassetti e uno sgabello girato serve da scala per il soffitto che funge da ripostiglio; il lavandino serve a separare gli ambienti. Elabora questo spazio divisibile in 4 rettangoli uguali che limitano le diverse stanze camera, soggiorno, toilette dietro la tenda in base alle funzioni; Il centro è lasciato libero.
Accanto l’atelier: m 1,50×5, un tavolo, due casse da whisky come sedie. Eppure è architettura. Tre finestre, su 3 diversi livelli mostrano visioni del panorama differenti, si tiene conto del Modulor, il sistema di proporzioni che univa il metodo geometrico della sezione aurea con le misure e dei movimenti di un uomo alto m. 1,83, che è ora disegnato in una parete di lato del Cabanon.
Nato il 6 ottobre del 1887 a La Chaux-de-Fonds, Charles-Edouard Jeanneret figlio di Georges Edouard Jeanneret incisore e smaltatore di orologi, e di Marie-Charlotte Amélie Jeanneret-Perret musicista, giovanissimo capisce che bisogna avere una esperienza diretta dell’arte e della spazialità architettonica per impadronirsene e nel 1907 intraprende un lungo viaggio di studio che segnano la sua sensibilità artistica in modo decisivo. Conosce dapprima l’Italia: vede Milano, Firenze, Siena, Bologna, Padova e Venezia, poi si reca a Vienna dove, nel 1908 incontra J. Hoffmann; poi in viaggio a Parigi, a Monaco di Baviera, Strasburgo e Nancy.
Fino alla primavera del 1909 lavora da Auguste Perret dove apprende l’uso innovativo del cemento armato. Nel 1909 ritorna a La Chaux-de-Fonds per edificare le ville Stotzer e Jacquemet e nel 1910 lavora per 5 mesi nello studio Peter Behrens dove incontra personalità incisive come Mies Van der Rohe e Walter Gropius. I suoi viaggi lo portano poi in Europa Centrale: Praga, Vienna, Budapest, Belgrado, Bucarest, Tarnovo, Gabrovo, Kasanlik, Istanbul ed in Grecia, dove si trattiene tre settimane sul monte Athos. Visita Atene e in seguito Pompei, Napoli e Roma, dove resta affascinato dalle testimonianze architettoniche del passato.
Di alcuni di questi viaggi scriverà soltanto nel 1966 quando raccoglierà le impressioni di questi luoghi suggestivi visitati in gioventú nel libro Voyage d´Orient. Nel 1914, dopo un Viaggio a Colonia per la Mostra del Werkbund, inizia i suoi studi per la casa “Dom-Ino” e nel 1917 parte definitivamente dalla sua La Chaux-de-Fonds per aprire il suo primo studio d’architettura al n° 20 rue de Belzunce. Nel 1918 entra in contatto con il pittore Amédée Ozenfant e altri artisti come Braque, Juan Gris e Picasso. Nasce una esposizione comune dei loro quadri alla galleria Thomas e la fondazione, nel 1919, della rivista L´Esprit Nouveau, rivista dell´Attivitá Contemporanea che esce fino al 1925 e nei cui articoli adotta per la prima volta lo pseudonimo Le Corbusier.
Nel 1922, con il cugino Pierre Jeanneret si trasferisce in rue de Sèvres 35, a Parigi, dove insieme organizzano l’atelier di architettura. Da qui inizia la sua folgorante carriera: con la Présentazione della pianta della Città contemporanea di tre milioni di abitanti al Salon d’Automne e la costruzione dello studio Ozenfant (Parigi).
Di questo periodo sono gli Studi per diversi progetti: casa Citrohan, Immobil-villa ecc… Nel 1923 cura la Pubblicazione di “Verso un’Architettura” che rappresenta un testo fondamentale per comprendere la sua filosofia.
Dal 1925 al 1928 si dedica alla costruzione del Padiglione di l’Esprit Nouveau a Parigi, studia”Le Plan Voisin” e la villa Meyer.
Cura la costruzione della villa Cook a Boulogne sur Seine, della casa Guiette ad Anversa e del Palazzo del Popolo (Esercito della Salvezza) a Parigi.
Fa numerose conferenze a Madrid, a Barcellona dove è fortemente interessato dalle opere di Antonio Gaudí, poi a Bruxelles e a Francoforte.
Partecipa al Concorso per il Palazzo della Società delle Nazioni Unite a Ginevra. Di questo periodo è la villa Stein a Marchese le ville del Weissenhof di Stoccarda.
Nel 1927 gli viene conferito il primo premio ex aequo per il concorso per il Palazzo delle Nazioni di Ginevra.
Nel 1928, sotto il patrocinio di Madame Hélène de Mandrot al castello di La Sarraz, viene fondato il CIAM – Congresso Internazionale di Architettura Moderna- e nel 1929 progetta la villa Savoye a Poissy che segna un data importantissima per l’architettura contemporanea divenendo l’icona del movimento moderno.
Nel ’59 ci sarà una campagna internazionale per la classificazione della villa Savoye come Monumento Storico.
Nel 1930 diviene cittadino francese e sposa Yvonne Gallis e nel 1931 in compagnia di F. Léger, Pierre e Albert Jeanneret viaggia in Spagna, poi in Marocco e in Algeria.
Nel 1933, riceve la prima Laurea Honoris Causa della Facoltà di Zurigo e si trasferisce definitivamente a Parigi dove in rue Astor apre il suo atelier. Nel corso di una manifestazione del gruppo Art et Liberté conosce il pittore Amédée Ozenfant con il quale redigerà la pubblicazione di Après le Cubisme.
Di questo periodo è la costruzione dell’appartamento di Beistégui (Parigi), della villa di Mandrot (Le Pradet), dell’edificio Clarté a Ginevra e del Padiglione Svizzero (Cité Universitarie di Parigi); inoltre realizza alcuni importanti progetti d’urbanistica ad Algeri e studi per la Città Radiosa e il Palazzo dei Soviet. Pubblica “La Ville Radiouse” e tiene numerose conferenze a Boston, Chicago, Filadelfia, ecc…. Nel 1935 su invito del Museum of Modern Art di New York e di Rockefeller si reca per la prima volta in America del nord. In seguito ad un secondo Viaggio in Sudamerica -fatto a bordo del Graf-Zeppelin- si consulterà con Oscar Niemeyer, Lucio Costa, Alfonso Reidy e altri per la Costruzione de Ministero dell’Educazione Nazionale e della Sanità.
L’11 giugno 1940, chiude lo studio al 35 di rue de Sèvres e tre giorni dopo, il 14 giugno del 1940 Parigi viene occupata dalle truppe tedesche. Insieme a sua moglie ed il cugino si rifugia sui Pirenei. Inizia i primi studi del Modulor (che terminerà ne ’47), quasi a voler affermare principi di logica e di misura in un momento storico che ne aveva poca. Per tutto il periodo della guerra pubblica libri e dopo la liberazione riprende l’attività con la nomina a capo-urbanista della regione La Rochelle-Pallice. Riapre lo studio al 35 di rue de Sèvres. Nel 1944 “La Carta d’Atene“.
Nel mentre porta avanti le sue ricerche per la realizzazione di Unità abitative che condurranno ad un accordo col ministero per la ricostruzione per una Unité d’habitation a Marsiglia.
A New York sarà membro della commissione di studio per la sede dell´O.N.U. e nel 1947 a Princeton incontra Albert Einstein.
Nel 1948 dipinge la grande composizione murale per il ridotto al Padiglione Svizzero della città universitaria a Parigi e progetta i suoi primi arazzi.
Una delegazione del Punjab (India) lo nomina consigliere governativo per l´architettura nella costruzione della cittá di Chandigarh. Il VII° con grasso del CIAM si svolge a Bergamo.
Gli anni che seguono gli eventi bellici sono indicativi di una certo cambiamento di Le Corbusier verso valori più spirituali. Del 1950 sono i primi schizzi per la Cappella Ronchamp. Il linguaggio architettonico che mostra adesso nella Cappella è diverso. E’ come se l’esperienza della guerra, abbia in qualche modo rotto l’atteggiamento di fiducia assoluta che da sempre l’uomo Le Corbusier aveva riposto nella ragione. L’immagine di questa architettura, che si pone oggi come uno dei capolavori massimi dell’architettura moderna, è come schiacciata dal peso della copertura.
Rispetto alla Villa Savoye, leggera ed eterea, in cui finestre a nastro e pilotis lasciano filtrare con fiducia lo spazio all’interno, ora percepiamo in Rochamp la solidità di grosse masse murarie e aperture che come fenditure fanno passare una luce all’interno che assume connotazioni mistiche, e che arriva di taglio. Non a caso questo è il periodo in cui sente quasi come una esigenza dello spirito di costruirsi il suo rifugio a Roquebrune, il cabanon, dove potere entrare in contatto con se stesso. La cappella di Notre Dame du Haut a Ronchamp sarà poi inaugurata nel ’55.
Nel 1952 visita anche per la prima volta l´Egitto, inaugura la prima Unité d’habitation a Marsiglia, dove per la prima volta riesce a realizzare l´idea di un complesso residenziale monolitico. L’Unité fu però criticata da una parte della stampa mondiale. Ma questi sono anche gli anni in cui veste la figura di Consulente del Governo del Punjab per la realizzazione della sua nuova capitale e del primo viaggio in India dove visita di Chandigarh e d’Ahmedabad. Dopo il VIII° CIAM di Hoddesdon, e le conferenze a Bogotà, soggiornerà a New York e lavorerà con Constantino Nivola su sculture di sabbia e pitture murali; presenta il monumento “La Mano aperta” di Chandigarh, le ville Shodan e Sarabhaï (Ahmedabad), il Museo (Ahmedabad), del Palazzo dei Filatori (Ahmedabad) e inizia degli studi per i progetti di Chandigarh: Assemblea, Alta Corte, Palazzo del Governatore, Segretariato, Museo.
Di questo periodo è anche la conferenza di Le Corbusier alla triennale di Milano. Successivamente cura la costruzione delle case Jaoul a Neuilly sur Seine e dell’Unità abitativa Rezé les Nantes.
Nel 1953 riceve la nomina al Comitato dei 5 insieme a Gropius, Breuer, Markelius e Rogers per dirigere il progetto preliminare dell’U.N.E.S.C.O.. Intanto siamo giunti al IX° CIAM, quello di Aix en Provence. Seguono periodi di intensissima attività e si ha la costruzione dell’Unità abitativa a Berlino, della Casa del Brasile e della Cité Universitaire di Parigi, del Convento Sainte Marie de La Tourette (Eveux), dell’Unità abitativa (Briey en Forêt) e del Museo d’arte occidentale di Tokyo. Nel 1955 riceve la Laurea Honoris Causa del Politecnico Federale di Zurigo e pubblica il “Modulor 2″, e l'”Architettura della felicità – L’urbanistica è una chiave”. Il 5 ottobre del 1957 si spegne sua Moglie Yvonne…. Nel 1958 ispeziona a Cambridge, negli Stati Uniti, il terreno per la costruzione del Carpenter Center for Visual Arts, costruito da José Luis Sert secondo i suoi progetti. Due anni dopo inaugura il convento di La Tourette, a Eveux dove il suo processo di riforma linguistica é ormai completamente completato. I suoi interessi spaziano sempre di più verso forma nuove di comunicazione. Si dedicherà anche alla creazione di Poesia Elettronica in collaborazione con Edgar Varèse.
Dopo il Segretariato di Chandigarh e del Padiglione Philips di Bruxelles, dal 1959 riceve numerosi riconoscimenti tra cui le Lauree Honoris Causa, dall’Università di Cambridge, dall’Università di Colombia, dall’Università di Ginevra. Costruisce la Casa della Cultura a Firminy. Alterna grandi progetti a ad attività più ludiche come la realizzazione di un servizio di piatti per il ristorante Prunier di Londra, ispirato al disegno dell’arazzo “Le Mani”. Nel 1962 si tiene una retrospettiva al Museo Nazionale d´Arte Moderna a Parigi ed inizia i primi progetti per la Maison de l’Homme a Zurigo.
Viaggia ancora Le Corbusier… in Brasile per studiare l’insediamento dell’Ambasciata di Francia a Brasilia, mentre si inaugura l’edificio dell’Assemblea di Chandigarh e la costruzione dell’Unità abitativa di Firminy. Nel 1964 elabora progetti significativi come il Palazzo dei Congressi a Strasburgo, l´Ambasciata di Francia a Brasilia, l´Olivetti a Milano. Nel 1965, quando la sua vita si ferma nello spazio minimo di un attimo, era ancora in piena attività …La sua opera fa parte della storia, il massimo spazio trascorso fin ora dall’umanità.