L’architettura giapponese oggi
Il rapidissimo processo di sviluppo economico avutosi in Giappone nel dopoguerra, ha provocato, grazie anche alle influenze culturali di tipo occidentale che si andavano rapidamente diffondendo nel paese, un fenomeno di costante espansione in campo architettonico che si è concretizzato nel lavoro di alcune figure centrali, che hanno avviato una costante ricerca caratterizzata sia da un sapiente recupero della tradizione culturale nazionale, sia da un sapere tecnologico molto avanzato.
Sono i modelli appartenenti alla corrente del funzionalismo americano quelli ad essere stati in un primo tempo oggetto di imitazione. Sul finire degli anni 1950, questa iniziale fase imitativa fu superata dai successivi sviluppi che, via via, assunsero caratteri più originali ed aderenti al nuovo contesto culturale giapponese.
Uno degli iniziatori della moderna architettura giapponese fu senza alcun dubbio Kenzo Tange, recentemente scomparso. Nel Centro della Pace a Hiroshima (1951), aveva già la espresso la sua grandezza. Ma è soprattutto nelle opere come il Palazzo Comunale di Tokyo, gli Edifici per le Olimpiadi del 1964 e il Piano urbanistico di Tokyo, che Tange seppe superare le sue stesse posizioni di partenza. Altro fenomeno interessante sviluppatosi negli anni 1960 in Giappone, fu quello delle ricerche condotte dal gruppo Metabolism.
Gli elementi del gruppo proposero progetti che si ponevano in aperta opposizione ai modi di organizzazione urbana e alle tipologie tradizionali. Oggi gli architetti giapponesi si inseriscono tra i principali interlocutori a livello internazionale del dibattito architettonico. L’attuale architettura è caratterizzata dalla costante ricerca tecnologica, sull’uso di sistemi modulari da architetti come Fumihiko Maki, o dalle originali reinterpretazioni delle forme naturali espresse da Toyo Ito, o ancora dalle geometrie minimaliste delle architetture di Tadao Ando e dalle mutevoli invenzioni di Arata Isozaki.
Sempre presente tuttavia è la tradizione culturale giapponese, che non viene mai trascurata nella elaborazione dei contenuti del progetto. Così avviene che dettagli occidentali vengono abilmente inseriti in architetture dalla spazialità orientale, che i materiali tradizionali, come il legno o altri materiali preziosi si uniscono alla semplicità delle linee e alla ricerca di soluzioni tecnologiche che evochino un senso di assoluta trasparenza. Una recente realtà è il gruppo Sanaa (1995), studio di Tokyo, che ha firmato alcune fra le più innovative opere architettoniche del nostro tempo. Composto da Kazuyo Sejima, che ha collaborato allo studio di Toyo Ito, e da Ryue Nishizawa, Sanaa è caratterizzato da una tensione costante verso la ricerca di materiali e forme e al contempo da una sorta di insita pacatezza.