Le Matite

Lo strumento più usato per disegnare, è la classica matita nera, costituita da un cannello di legno racchiudente un sottile cilindro di grafite. E’ possibile ottenere un’intensità di segno variabile a seconda del grado di durezza della grafite. La gamma si suddivide in: mine molto morbide per ombreggiature intense (da 8B a 5B), mine morbide per schizzi e disegni artistici e architettonici (da 4B a 2B), mine morbide per disegno e scrittura (da B a F), mine dure e molto dure per disegno (da H a 5H), mine extradure molto resistenti e adatte per litografie e xilografie (da 6H a 9H). Le matite colorate non consentono di fondere il colore come le altre tecniche pittoriche, ma chi decide di utilizzarle ama certamente gli effetti pittorici che si possono raggiungere con questa tecnica che attraverso fitti tratteggi, permette di realizzare immagini di alto livello qualitativo.

Le varie tecniche utilizzabili sono: il Tratteggio, che consiste in una tecnica che consente di creare sfumature diverse con tanti trattini paralleli molto vicini. Per raggiungere intensità di colore diverse, basta variare lo spessore, la forza e la densità delle linee. Quando disegnate un oggetto rotondo, incurvate leggermente i trattini. Se si vogliono bordi molto netti si può usare una riga come maschera.
Il Tratteggio incrociato: che consiste nel disegnare due o più strati paralleli che si incrociano tra loro. Il tratteggio incrociato con colori diversi crea mescolanze nuove di colori e dà struttura al disegno. Si ottengono effetti diversi semplicemente variando la densità delle linee e la pressione sulla matita.
I Graffiti: che consiste nel grattare uno strato di colore fino a rivelare il colore sottostante. Questo interromperà l’uniformità delle zone ampie di colore, arricchendone il risultato.
Il Puntinismo: questa tecnica mettendo sulla carta, uno vicino all’altro, tanti punti di colore diversi sia per dimensioni che per intensità, crea vibranti mescolanze risultando molto efficace nei disegni di piccole dimensioni.
La Brunitura: consiste nell’applicare sui colori già stesi, un velo di bianco o di grigio molto chiaro. Questo effetto tende a fondere i colori e a schiarirli è quindi particolarmente utile se si vuole creare un effetto di luce preciso. Ripetute bruniture possono dare un effetto marmorizzato. A fine disegno proteggere il supporto con del fissativo spray.
Il Frottage: si ottiene se si appoggia la carta su una superficie irregolare e vi si passa la matita. Serve egregiamente per le mescolanze visive dei colori: basta spostare leggermente il foglio prima di dare un nuovo colore.

Altro tipo di matite sono quelle matite acquerellabili, che sono un mezzo di espressione molto versatile perché permettono di ottenere una grande varietà di effetti, dal disegno alla pittura. Come supporto è opportuno sempre utilizzare una robusta carta bianca da acquarello (la carta consigliata è quella per acquarello di 200 g/m2 circa, senza acidità) è il supporto migliore per le matite acquarellabili, ma si possono provate anche supporti di altro tipo come, per esempio, un cartoncino goffrato.


Asciutto su asciutto

Usare le matite asciutte su carta asciutta. A lavoro finito, passate leggermente sulle varie zone di colore un pennello bagnato con acqua pulita. Questo crea un effetto molto simile a quello di un acquarello tradizionale, trasformando il disegno in un dipinto. La tecnica dell’asciutto su asciutto è ideale per i lavori fatti all’aperto in quanto le matite non richiedono un’attrezzatura specifica e l’operazione di acquerellare può essere fatta con calma in un secondo momento.

Asciutto su bagnato
Bagnate la carta e disegnateci sopra normalmente con le matite asciutte.

SANGUIGNA la tecnica del disegno con la “sanguigna” è per intenderci quella utilizzata da Leonardo da Vinci per i suoi celebri disegni, come il noto autoritratto del 1512 conservato a Torino presso la Biblioteca reale. Con la sanguigna si possono realizzare dei disegni particolarmente espressivi ed intensi. Il termine “sanguigna” deriva da “sangue”, poiché questa “materia” da disegno richiama il colore appunto del sangue: un rosso non squillante ma pieno, dalla durevole persistenza e dalla completa affidabilità evocativa. La sanguigna è una “materia-colore” che può essere miscelata a tonalità ocra appena accennate. Ricavata dall’ematite (una varietà dell’ossido di ferro), essa ha assunto un ruolo specifico -come strumento e come tecnica- nell’ambito del disegno agli albori del Rinascimento, anche se già in precedenza ne erano note le possibilità di impiego. Oggi si avverte un restringimento del campo di impiego della sanguigna, ma ciò non toglie, tuttavia, che nell’ambito del disegno, tale “materia-colore” dotata di grande fascino, sia in grado di creare vibranti suggestioni Questo materiale, si trova in commercio sotto forma di tronchetti o di matite ed è ottenibile mescolando ossido di ferro in pigmento con gomma arabica o con gomma adragante. La matita sanguigna e il quadrello sanguigna presentano le stesse caratteristiche di quelli carboncino, quindi si usano nello stesso modo. Questi prodotti, se il pigmento è mescolato ad un legante secco, lasciano sulla carta una traccia facilmente sfumabile; se invece è mescolato a legante grasso, come per esempio la cera, sono meno lavorabili.