Ernst Ludwig Kirchner
(Aschaffenburg, 6 maggio 1880 – Davos, 15 giugno 1938)
L’espressionismo, anticipato da personalità artistiche come Munch ed Ensor, assumerà contorni più precisi con il gruppo Die Bruche, il ponte. Si è molto discusso sul significato di questo termine che venne coniato dagli stessi protagonisti del gruppo, quattro studenti di Architettura che a Dresda nel 1905 decisero di seguire un orientamento artistico comune. Tra i quattro spicca la personalità di Kirchner oggetto di queste poche note.
La lettura dell’esatto significato del termine la può sicuramente offrire l’analisi di una affermazione contenuta nel manifesto sottoscritto dai protagonisti nel 1906. “… noi convochiamo l’intera gioventù ed in quanto giovani portatori del futuro intendiamo conquistare la libertà di operare e di vivere opponendoci ad i vecchi poteri costituiti”. In queste poche parole si intuisce già tutto il programma e il significato del termine ponte, sta in quel loro proporsi come “portatori di futuro”.
Il gruppo è il ponte che porterà l’arte ad una nuova sponda, ad un’arte libera. E la libertà non è solo nella espressione dei contenuti, come già in realtà era accaduto in precedenti correnti artistiche, ma in quel concetto di libertà di vivere che collega l’arte del ponte alla possibilità di una libertà anche di tipo sociale. L’esperienza del ponte si concluderà presto, già nel 1911 gli artisti prenderanno strade diverse e Kirchner si trasferirà a Berlino, dove avrà modo di portare a maturazione il suo linguaggio pittorico.
Le opere di K. Sembrano infatti ora attingere alla dimensione dell’incubo. I colori stridenti, i tratti spigolosi e una composizione squilibrata postano l’osservatore in un mondo angosciante da cui traspare tutta la solitudine dell’uomo metropolitano. Lo stesso artista amava affermare:”più mi mescolo alla gente più sento la mia solitudine”e le figure delle sue opere sono sempre isolate in se stesse, pur essendo immerse nel caos cittadino.
Semplificativo in tal senso è il dipinto dal titolo “Potsdamer Platz” del 1914 dove due donne rese con forme spigolose e tinte acide si caratterizzano per i loro attributi esteriori come gli abiti ed i sontuosi cappelli, ma appaiono come da essi imprigionate, ed incapaci di esprimere tuttavia niente altro che questo.
Kirchner morì suicida nel 1938 e le sue opere restano a testimoniare l’evidenza di un disagio provato e tuttavia della condizione dell’uomo, che di fronte al profilarsi della tragedia, non riesce a trovare la forza di mutare le cose.