La Basilica di San Pietro
- La Pietà
- Il David
- Michelangelo e Papa Giulio II
- Lo schiavo morente
- La scala del Vestibolo
- La Cappella Sistina
- Piazza del Campidoglio
- La Basilica di San Pietro
Afferma Argan: “Nell’ultimo tempo della sua vita l’arte ideale è per lui, l’architettura, la cui forma non esige la mediazione della figura umana e non implica la mimesi”. Nel 1547 Paolo III affida a Michelangelo l’incarico per la fabbrica di San Pietro. Prima di lui altri grandi come Bramante e Raffaello si erano cimentati in questo importante compito, che doveva colmare di responsabilità chiunque vi si accostasse. Michelangelo ritorna allo schema della pianta centrale bramantesca, dall’alto valore simbolico, e abbatte le aggiunte compiute da Antonio da Sangallo il giovane; elimina i deambulatori e salva del progetto solo i quattro enormi pilastri costruiti dal Bramante, suo antico nemico. Scrive Argan: “raccoglie i corpi in un unico organismo plastico, che con un crescente affrancarsi della spinta sul peso, si conclude nella grande cupola, che riassume e conclude tutto l’edificio”. Interviene nella zona dell’abside. Utilizza l’ordine gigante e a questo sovrappone un’alta cornice. Le superfici all’esterno così appaiono trattate in organica continuità con la struttura del tamburo e della cupola, che presenta dei potenti costoloni. All’esterno il tamburo appare ritmato dalla presenza di colonne binate. Tra le coppie di colonne fortemente aggettanti si aprono delle finestre. All’interno invece vi è un ripetersi di coppie di pilastri piatti nel tamburo, che suggerisce come un moto rotatorio intorno al centro, rappresentato dal foro della lanterna. Strutturalmente la cupola è a doppia calotta ( come quella del Brunelleschi) ed è conclusa da una lanterna che riprende il motivo delle colonne binate del tamburo. Emerge un organismo architettonico che unisce alla solennità, l’armonia di una immensa scultura, che si articola nello spazio circostante. Ogni particolare assume un preponderante valore plastico.
Nel 1564 Michelangelo muore. La cupola di San Pietro, cui si era tanto dedicato, non poté vederla realizzata. Saranno Giacomo della Porta e Domenico Fontana a elevarla successivamente rispettando, per le linee fondamentali, il progetto michelangiolesco.