Gesto

urlo di munch - gestoPer l’interpretazione di quest’opera molta importanza si attribuisce, oltre alla forma ed ai colori, al gesto. L’uomo che preme le mani sulle orecchie non vuole, come è stato spesso ipotizzato, proteggersi l’udito dal suo urlo troppo squillante, bensì esprime una dualità. Quella di una umanità che soffre e quella di una umanità che non vuol sentire quell’urlo di dolore. Una conferma a questa ipotesi la fornisce l’autore stesso con la realizzazione cinque anni dopo dell’opera “la madre morta e la bambina”. In questo quadro è raffigurata la sorella Sophie a sei anni nella tragica circostanza della morte della madre. La bambina si tappa le orecchie in un segno di rifiuto tipico dei bambini. Quello stesso rifiuto dinnanzi al dolore che esprime il personaggio del grido nella sua duplice condizione di chi urla di dolore e di chi si rifiuta di volerlo sentire. L’urlo di Munch (e qui preferisco chiamarlo urlo più che grido, perché urlo è di dolore, grido sovente di richiamo), è un manifesto all’indifferenza, è una condanna, è una condizione esistenziale resa in pittura.