Profondità di campo
La profondità di campo è l’ampiezza del campo focale. Usando valori bassi del diaframma (1.4, 2, 2.8, 4), cioè diaframmi aperti, avremo una scarsa profondità di campo, mentre usando valori alti del diaframma (11, 16, 22, 32), cioè diaframmi più chiusi, avremo una grande profondità di campo. Un esempio può aiutare a comprendere meglio…. Un fotografo, che deve riprendere una lunga fila di persone, alcune molto vicine e altre molto lontane, decide di regolare la messa a fuoco sulla persona centrale della fila, che si trova a m 4 di distanza dalla macchina fotografica.
Adesso il fotografo si chiede se sarà possibile mettere a fuoco, oltre alla persona centrale anche quelle molto vicine e quelle molto lontane? Egli decide allora di scattare due foto, la prima con un diaframma piuttosto aperto: f/4, la seconda con un diaframma piuttosto chiuso: f/16. Ovviamente anche i tempi di esposizione dovranno essere opportunamente riaggiustati affinché entrambe le foto abbiano lo stesso grado di esposizione alla luce. Nel primo caso, quando il diaframma è più aperto (f/4), la persona di cui sopra risulterà a fuoco. Poiché è su di essa che è stata regolata la messa a fuoco. In realtà anche una persona più avanti e due più indietro risultano a fuoco, mostrando così che la nitidezza non riguarda solo la persona sopraindicata, ma uno spazio di un paio di metri in cui si trovano ben quattro persone. Nel secondo caso, quando il diaframma è più chiuso (f/16), la persona risulta ancora a fuoco, ma le persone che risultano nitide sono molte di più: ce ne sono ben nove invece di quattro soltanto. Anche questa volta abbiamo un campo focale, ma risulta molto più ampio. Abbiamo cioè una maggiore profondità di campo.